Minaccia di suicidarsi con il figlio

Nella sede di via Scavate Case Rosse la drammatica protesta di un dipendente della Isoambiente da mesi senza stipendio

Minaccia di lanciarsi dal terzo piano tenendo il figlioletto di pochi giorni tra le braccia. È stato questo il gesto disperato di un 39enne di Salerno, Bruno De Mattia, dipendente della Isoambiente, società partecipata dal Consorzio di Bacino Salerno 2, che alla stregua dei suoi colleghi da alcuni mesi non riceve regolarmente lo stipendio. Sposato e padre di ben cinque figli, De Mattia ieri mattina non doveva essere al lavoro. Era in malattia e, raccontano alcuni colleghi, sarebbe dovuto rientrare soltanto oggi. Evidentemente la frustrazione accumulata nelle ultime settimane l’ha vinta su tutto e così ieri mattina è uscito di casa portando con sé il figlio più piccolo e si è diretto in via Scavate Case Rosse, dove hanno sede alcuni uffici e depositi del Consorzio di bacino e anche della Isoambiente, e dopo aver parcheggiato è salito al terzo piano della palazzina, è entrato in un ufficio ed è uscito fuori ad un balcone. Scavalcando la ringhiera e tenendo tra le braccia il neonato ha minacciato di lanciarsi da un’altezza di almeno dieci metri se il commissario del Consorzio, Giuseppe Corona, non fosse venuto lì a dargli spiegazioni sul ritardo nel pagamento degli stipendi. Una richiesta che è stata esaudita non appena sono arrivati vigili del fuoco, polizia municipale di Salerno, ambulanza e carabinieri. Ed è stato proprio il maggiore Gennaro Iervolino, comandante della compagnia di Salerno, che ha mediato con De Mattia fino a convincerlo nel giro di pochi minuti, mentre di sotto i caschi rossi avevano già predisposto lo scivolo gonfiabile per ogni evenienza. Per fortuna non è servito.

L’episodio ha riacceso i riflettori su un’altra vertenza collegata alla gestione del Consorzio di bacino Salerno 2, dimenticata da tempo e riportata alla memoria dalla Uil Trasporti appena una settimana fa nel corso della riunione in Provincia con i commissari liquidatori dei quattro Consorzi, i sindacati di categoria e il consigliere provinciale delegato all’Ambiente, Mimmo Volpe, che l’aveva convocata anche per discutere della questione stipendi di tutti i lavoratori del settore.

Dei dipendenti di Isoambiente non si aveva notizia da due anni, da quando si verificò un episodio analogo a quello di ieri mattina. Protagonista fu Alessandro Marangelli, altro dipendente della partecipata del Consorzio, che al termine di una riunione negli uffici della società provinciale Ecoambiente, minacciò di lanciarsi nel vuoto. Anche lui, sposato e con una famiglia numerosa, chiedeva soltanto il pagamento di quanto gli spettava. Lo ottenne, in parte, qualche settimana dopo. E di lui e dei suoi colleghi non si è saputo più nulla. Questa volta, però, la situazione è se possibile ancora più difficile di due anni fa, dunque sarà difficile che De Mattia ottenga qualcosa nel giro di pochi giorni. Le casse consortili continuano infatti ad essere vuote perché alcuni Comuni non pagano con puntualità ed altri stanno andando via con il rischio, per il Consorzio, che i debiti accumulati diventino carta straccia alla fine dell’anno quando dovrebb – il condizionale è d’obbligo – cessare le sue funzioni. Fino ad allora bisognerà comunque continuare a gestire in un clima che si fa sempre più incandescente. Gli incontri di inizio settembre in Prefettura, arrivati dopo il blocco per due giorni dei mezzi in uscita proprio dalla sede di via Scavate Case Rosse, hanno prodotto quasi nulla sul piano finanziario. Nelle tasche dei dipendenti del Consorzio è arrivata solo metà stipendio del mese di maggio. Dell’altra metà e degli altri che mancano ancora all’appello, al momento, non c’è traccia.

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