POLLA 

Minacciò un vigile urbano: 6 mesi 

Anche dalla Cassazione confermata la pena per un 50enne

POLLA . Un 50enne di Polla è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione alla pena di 6 mesi di reclusione ed al pagamento delle spese processuali per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e minaccia. Nello specifico il 50enne aveva minacciato un agente della polizia municipale di Polla intimandogli di non elevare nei suoi confronti la contravvenzione per aver parcheggiato la sua autovettura in una zona dove il parcheggio non è consentito.
L'uomo era stato condannato già in primo grado dal Tribunale di Lagonegro e la sentenza era stata confermata anche dalla Corte di Appello di Potenza. L'avvocato del 50enne nel ricorso presentato alla Corte di Cassazione eccependo la nullità delle sentenze per una serie di motivi e tra questi la mancata notifica all'imputato ed al difensore del rinvio di una dell'udienza del processo di primo grado, la mancanza dei presupposti che giustificherebbero la sussistenza dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e minaccia ed infine il vizio di motivazione in ordine alla quantificazione della pena.
I giudici della Suprema di Corte non hanno ritenuto infondati tutti i motivi contenuti nel ricorso sottolineando che la mancata notifica è stata sanata dal fatto che l'avvocato nella prima udienza dopo il rinvio non ha eccepito nulla in merito al rinvio di udienza non notificato, invece per quanto riguarda il reato «la Corte di Appello - si legge nella sentenza - ha riqualificato come resistenza a pubblico ufficiale la condotta dell'imputato, in quanto la minaccia è stata rivolta al fine di incidere sul compimento dell'atto del vigile urbano, cioè per impedire che questi elevasse la contravvenzione». Anche sulla quantificazione della pena i giudici capitolini hanno ritenuto infondata l'eccezione.
Erminio Cioffi
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