Minacciò due poliziotti Un nocerino a processo 

Il trentanovenne Mandile durante un controllo stradale inveì contro gli agenti «Vi spacco la faccia, scendete dall’auto e fatemi vedere di cosa siete capaci»

«Guardami bene in faccia. Come io ti ho guardato bene in faccia, ti vengo a prendere e questa faccia te la spacco»: con queste parole Luigi Mandile, 39 anni, di Nocera Inferiore, volto noto alle forze dell’ordine, andrà a processo con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Era il 19 settembre del 2017 quando Mandile, durante un controllo della viabilità a Nocera Inferiore da parte della Polizia di Stato, diede in escandescenze prendendo le difese di un’altra persona. Finito sotto accusa dopo l’identificazione, è atteso dal dibattimento disposto direttamente dalla procura.
In quella circostanza il trentanovenne senza alcuna remora affrontò a muso duro gli agenti del commissariato nocerino impegnati nel controllo avviato dopo delle segnalazioni per questioni di viabilità: in particolare c’era un’autovettura piazzata in posizione “scomoda” e tale da ostruire parzialmente la circolazione veicolare. Gli agenti si apprestavano dunque ad elevare la contravvenzione per la sosta in modo irregolare.
Evidentemente l’intervento delle forze dell’ordine fece innervosire Mandile, che era in strada in compagnia di altre persone e di alcuni familiari. Alla vista dei poliziotti, qualcosa lo esasperò e partirono le accuse ai due agenti, che in quel momento transitavano in auto proprio dov’era Mandile, vicini quanto basta per ascoltarne le minacce e le intimidazioni: «Rompete sempre i c..., che ca... volete - urlò l’imputato come riportato nel capo d’accusa - siamo con le nostre famiglie e ci date sempre fastidio».
L’insofferenza per il controllo fece insomma perdere la testa a Mandile, il quale non si trattenne dalle minacce ai due agenti impegnati nei controlli: «Solo perché abbiamo i precedenti ci potete dare fastidio - aggiunse il nocerino - guardami bene in faccia. Come io ti ho guardato, ti vengo a prendere». A Mandile non bastarono neanche quelle parole offensive, la sua diventò una vera e propria sfida: «Scendete, scendete dall’auto, fatemi vedere cosa siete capaci di fare».
Il trentanovenne fu subito fermato e denunciato a piede libero dagli agenti, e ora la sua posizione è al vaglio del giudice monocratico Federico Noschese, con il decreto di citazione diretta a giudizio emesso dal pubblico ministero Annachiara Fasano, che aveva coordinato l’attività investigativa e la contestuale informativa della polizia.
Alfonso T. Guerritore
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