Minacce e botte dopo l’incidente: a processo 

Attesi dal giudizio due nocerini che pestarono a calci, pugni e colpi di casco due persone

Un sorpasso azzardato con l’auto, il rientro improvviso in corsia e poi l’urto con un’altra vettura, quindi il successivo stop e la discussione per il risarcimento. Sembrava tutto finito e invece poco dopo scattò l’aggressione per la quale sono a giudizio davanti al giudice monocratico Anna Allegro del tribunale di Nocera Inferiore, i nocerini Giuseppe e Giovanni Ferrer, che rispondono a vario titolo di lesioni personali aggravate, compiute da più persone riunite, e di stalking. Le due vittime si sono costituite parte civile nel dibattimento.
Dopo l’incidente, che risale al 2013, qualcosa andò storto. «Il mio amico andava verso l’auto perché la discussione stava degenerando - riferì nella denuncia una delle parti offese - per prendere una penna e segnare la targa, in modo da risolvere successivamente la questione. Ma l’altro lo ha strattonato e gli ha dato uno schiaffo, e alla fine se n’è andato via a bordo della sua auto».
La storia però non finì lì, perché dopo poco, mentre le due “vittime” discutevano sull’accaduto e il relativo danno alla carrozzeria, la vettura del sorpasso tornò sul posto, guidata dallo stesso soggetto ma accompagnato da altri due ragazzi in moto. «Domani vengo a casa, prendo la pistola e ti sparo», disse subito uno dei due arrivati, mentre gli altri minacciarono tutti di morte per aver cercato di prendere nota della targa. «Noi rimanemmo inermi - ha spiegato ancora uno dei denuncianti - sperando che non si andasse oltre». Invece iniziò il pestaggio tra calci, pugni e persino utilizzando il casco. Solo grazie all’intervento di numerose persone attratte dal trambusto, la situazione tornò alla calma. Le persone aggredite furono condotte al pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore e poi dimesse rispettivamente con tre e cinque giorni di prognosi.
Gli aggressori di fatto si erano mobilitati su richiesta del primo uomo, quello che aveva intrapreso un sorpasso pericoloso, rientrato per l’arrivo di un’altra vettura dalla direzione opposta, con successivo rientro in corsia per evitare l’impatto. Proprio quel necessario dietrofront aveva provocato l’urto con la vettura sorpassata, presa di striscio, con i danni e la successiva fermata per rimediare. Dalle parole in breve il guidatore aveva scelto di passare alle mani, prendendosela con i malcapitati occupanti dell’auto colpita.
Alfonso T. Guerritore
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