Mille scout da tutta Italia L’onda blu invade Salerno

In città l’appuntamento nazionale del movimento cattolico. Oggi la giornata conclusiva del raduno

«Non ci può essere vita cristiana senza che la propria spiritualità non si leghi alla specifica vocazione di tutti noi». Inizia così la seconda giornata del raduno nazionale del Movimento adulti scout cattolici italiani: con un invito da parte dell’arcivescovo, Luigi Moretti, ad una evangelizzazione attiva, che non sia fatta di parole ma di azioni tangibili. «L’esperienza dell’incontro con Gesù non deve essere la camomilla che tranquillizza le coscienze – ha spiegato monsignor Moretti – l’energia che deve scaturire in voi nel ricevere l’eucarestia può essere paragonata a quella di una funzione nucleare». E ancora: «Bisogna scoprire gli altri non come nemici, concorrenti o avversari, piuttosto, come fratelli».

“Piazze, trivi e quadrivi. Abitare la città dell’uomo”, questo il tema scelto per la manifestazione che, nella tre giorni di dibattiti e incontri, ha puntato i riflettori su diversi temi inerenti il rapporto tra spiritualità e cittadinanza attiva. «La grande sfida è vivere l’impegno, non solo nel far conoscere la Parola – ha continuato l’arcivescovo – la risposta al deserto che avanza non sta nell’organizzazione o nella pubblicità, quanto nel mettere nella storia dell’umanità l’energia che rompa la chiusura».

Tantissimi i partecipanti che, nella giornata di ieri, hanno deciso di prendere parte al momento di riflessione e ancora di più gli scout (quasi mille), provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato al ritiro che si concluderà oggi. «Bisogna sempre tenere conto del contesto in cui viviamo – ha poi specificato l’arcivescovo – la chiesa non definisce più se stessa come entità perfetta ma come popolo di Dio. L’uomo di oggi è chiamato a vivere la santità come una vera esperienza d’incontro. Il rischio che corriamo è di scivolare su aspetti marginale della fede». Se poi si pone l’attenzione sulla situazione salernitana Moretti dice: «Sto facendo una battaglia per far vivere l’esperienza della cresima negli anni della gioventù. C’è molta religiosità qui, il problema è vedere se c’è anche un vero rapporto con Cristo». Insomma un’occasione non soltanto per scoprire le nuove frontiere della fede, ma per riscoprirsi attivi nella società.

Rita Esposito

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