Millantato credito: decide il gup

Capaccio, nuova udienza per la Santoro a Napoli. Parte lesa è il pm Penna

CAPACCIO. Si è tenuta ieri davanti al gup del tribunale di Napoli l’udienza a carico dell’ex comandante della Forestale di Foce Sele, Marta Santoro, accusata di millantato credito. Il gup, al termine della discussione, si è riservato di decidere: questa mattina il provvedimento sarà depositato in segreteria e solo allora si stabilirà se la Santoro dovrà o meno affrontare un nuovo processo, questa volta davanti ai giudici napoletani in quanto la parte lesa è il pm Roberto Penna, magistrato presso la Procura di Salerno.

A chiedere il rinvio a giudizio della Santoro è stato il pm della Procura di Napoli, Lucia Esposito, a cui è stato trasferito il fascicolo. Dalle indagini condotte dal pm Maurizio Cardea, titolare dell’inchiesta a Salerno, infatti, è emerso che l’ex sottufficiale della Forestale, come raccontato dagli imprenditori vessati, millantava conoscenze di un certo spessore e amicizie importanti sia negli ambienti della Procura che in ambito politico. Di questa ulteriore accusa dovrà rispondere la Santoro, difesa dagli avvocati Angela Nigro, Antonio Zecca e Antonello Natale.

Una quindicina gli imprenditori che si sono dichiarati parte lesa sostenendo di aver avuto richieste o versato delle somme di denaro alla Santoro. Le richieste da un minimo di 5000 euro arrivavano fino a diverse centinaia di migliaia di euro Tra le istanze di risarcimento anche quella del ministero delle Politiche Agricole e Forestali per il danno dell’immagine arrecato.

Concussione tentata e consumata i reati contestati dall’accusa nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Salerno dopo le denunce presentate da numerosi imprenditori. L’articolata fase investigativa si è avvalsa di intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno costituito elementi di prova nel ricco fascicolo prodotto dalla Procura salernitana. II rito abbreviato del troncone principale dell’inchiesta è attualmente dinanzi al gup: il pm ha chiesto per la Santoro una condanna a 9 anni di reclusione.(a.s.)

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