Militare suicida, i familiari: ora la verità

I parenti del 39enne carabiniere Simone De Falco nominano un legale e un proprio consulente che assisterà all’autopsia

Tanta incredulità ma anche inquietudine in città per il suicidio di Simone De Falco, appuntato dei carabinieri in servizio al Comando provinciale di Salerno, che si è tolto la vita a soli 39 anni. I familiari non sanno darsi pace e vogliono vederci chiaro in una vicenda che li ha lasciati sconcertati. Per questo, all’esame autoptico previsto per mercoledì prossimo, oltre al medico legale incaricato dalla magistratura, Giovanni Zotti, sarà presente anche il dottore Vladimiro De Bellis, nominato dalla famiglia dell’appuntato, assistita da un proprio legale, l’avvocato Alfonso Senatore. Un suicidio, quello di Simone De Falco, che porterà all’apertura di un fascicolo e che proprio non sanno spiegarsi i suoi congiunti e i colleghi di lavoro, tanto è giunto inatteso. Il militare in servizio al Nucleo informativo del Comando provinciale dell’Arma pare, infatti, non avesse né problemi economici, né familiari. Venerdì mattina, alle 9.30 circa, nella caserma di via Mauri a Salerno, l’appuntato ha detto a un collega che sarebbe andato in bagno. Un colpo di pistola, udito a poca distanza, ha fatto immeditamente scattare l’allarme con la successiva, tragica scoperta. La notizia si è diffusa subito in città, dove Simone De Falco viveva con la moglie e i loro tre figli, provocando uno choc fra quanti lo conoscevano e apprezzavano. Il gesto del 39enne carabiniere, conosciuto come persona riservata e mite, ha lasciato impietriti i cavesi ma soprattutto i familiari che, anche nei giorni che l’hanno preceduto, mai avevano notato segnali, sia pure minimi, di angoscia o mal di vivere. Anzi, il giovane appuntato, per il pomeriggio di venerdì, aveva anche programmato con la moglie di uscire insieme a uno dei loro bambini. Nulla, insomma, lasciava presagire che l’uomo potesse pensare al suicidio. La salma, ora, si trova nella sala mortuaria dell’ospedale di Cava de’ Tirreni, a disposizione del sostituto procuratore Giancarlo Russo. Saranno le indagini e l’autopsia, eventualmente, a chiarire alcune cose e a far comprendere se il suicidio dell’appuntato possa essere stato determinato da una causa scatenante o da altri problemi, magari legati all’ambito lavorativo.

Intanto, dalla tarda mattinata di venerdì, in tanti si sono stretti attorno alla moglie, alla madre e al padre dell’appuntato, impiegato di banca in pensione. Tutti ricordano Simone De Falco come una persona disponibile, attenta alle problematiche degli altri e pronto ad aiutare quando poteva, anche restando nell’ombra. Per questo, nessuno di chi lo conosceva riesce a capacitarsi del gesto, perché nessuno l’aveva mai neppure immaginato.

Annalaura Ferrara

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