Migliaia di euro spesi per il Caffè letterario che non ha mai aperto

Una lunga storia di sprechi perpetuati per oltre dieci anni Per aprire la struttura servono altri fondi ma non ci sono

Tre ditte succedutesi, una parte dei lavori ultimata nel 2012 e poi il vuoto. È la storia del caffè letterario. Un’incompiuta di cui si sa poco o nulla. La sala dovrebbe sorgere al primo piano della galleria Maiorino.

Da quando è stata ultimata la metà dell’opera, quasi quattro anni fa, non è stato messo nemmeno più un mattoncino. Nel luglio 2005 la giunta Romano, deliberò il progetto esecutivo dei lavori di completamento e arredo dell’immobile, per un importo complessivo di 225.000 euro, di cui 158.960 per opere a base d’asta e 66.039 euro per somme a disposizione dell’amministrazione. Circa un anno dopo, nel marzo 2006, i lavori furono affidati all’impresa Edil Costruzioni per un importo complessivo di 111.315 euro. Passarono appena due mesi e nel maggio dello stesso anno si procedette allo scioglimento consensuale del contratto di appalto, che il 20 maggio di due anni dopo fu affidato per 110.567 euro alla CO.GE.BOR.. Anche in quel caso le cose non andarono per il verso giusto e nel 2010, a febbraio, la COGES si aggiudicò la gara per 108.814 euro. Nel frattempo, a maggio 2009, la Regione riconfermò il finanziamento e qualche anno dopo, il 15 settembre 2012, furono ultimati i lavori. Una parte. Da allora più nulla, fino allo scorso 10 marzo quando è stata pubblicata la determina di rimodulazione del quadro economico dell’intervento firmata dall’ingegnere Luigi Canale. Un atto necessario affinché la Regione, ente finanziatore, saldasse l’importo. Ma cosa è stato fatto con quei soldi? La pavimentazione in listoni di legno della sala principale, la pavimentazione degli uffici, i pavimenti e rivestimenti dei bagni, le costole in legno comprensive di pannellature, l’impianto elettrico, l'impianto idrico, la predisposizione dei fancoil per l’impianto di condizionamento, la pitturazione dei soffitti e delle pareti, il banco bar al rustico, le due porte d’ingresso in alluminio nero preverniciato dotate di maniglioni antipanico. Un buon 50% dell’opera. Per la restante parte bisogna trovare i soldi. Occorrono almeno altri 200.000 euro. È certo che aprirlo rappresenterebbe una importante colpo messo a segno da Torquato. Il caffè letterario progettato da Mario Di Sessa, infatti, avrebbe dovuto rappresentare una novità per il territorio. Un progetto che potrebbe dare a Nocera una qualificazione in più sotto il profilo di città della cultura e dell’aggregazione. È necessario, dunque, sforzarsi per completare il caffè letterario.

©RIPRODUZIONE RISERVATA