Castellabate

Miccoli ancora in carcere per l’omicidio della moglie 

Castellabate, il Riesame ha respinto il ricorso per il delitto avvenuto a San Pietro. Il legale del marito aveva contestato la pericolosità sociale e la gravità del reato

CASTELLABATE. Resta in carcere Liberato Miccoli, accusato dell’omicidio di sua moglie, Angela Della Torre, avvenuto nel 2015, in località San Pietro a Castellabate. Il Tribunale del Riesame di Salerno ha rigettato la richiesta del suo legale Leopoldo Catena, che aveva presentato, l'altro giorno, istanza al fine della concessione degli arresti domiciliari. «Le motivazioni del rigetto non le conosco – spiega l’avvocato Catena – in ogni caso, per il momento, Miccoli resta in carcere».
La richiesta del legale al Riesame puntava principalmente a smontare due tesi sostenute dal pm di Vallo della Lucania: la pericolosità sociale del soggetto e la gravità del reato. «La pericolosità sociale – sottolinea l’avvocato – non può essere utilizzata a sostegno dell’applicazione di una misura cautelare solo in relazione alla gravità del reato. È tutto il suo trascorso a far comprendere, eventualmente, se un soggetto è pericoloso socialmente. Ci tengo a ricordare, a tal proposito, che è incensurato ed è stato arrestato dopo due anni dall’evento. E in questo lasso di tempo, non ha fatto altro che dedicarsi alla famiglia e curarne gli interessi». Poi sulla gravità del reato «pure c’è da ridire in quanto la frattura al cranio subita dalla vittima potrebbe essere stata causata da una sola caduta, quindi da un solo impatto».
Questi i prossimi step annunciati dal legale di Miccoli: «Bisognerà fare una perizia nella quale si riesca a contestare la dinamica indicata dal consulente del pm per poi presentare una ulteriore istanza al magistrato per dimostrare che quanto prospettato nella consulenza di parte è diverso da quanto effettivamente accaduto». Quindi il legale spiega la sua versione dei fatti: «Contestiamo la dinamica ricostruita dal pm, secondo cui il mio cliente avrebbe sbattuto più volte la moglie, con la testa, su una superficie liscia. Secondo noi invece le ferite e il trauma riportati dalla donna sono compatibili con un solo colpo, conseguenti alla caduta per le scale, avvenuta magari a seguito di una spinta».
Il 55enne, pensionato delle Ferrovie a causa di problemi di salute, per ora resta rinchiuso presso il carcere di Fuorni. L’uomo è accusato di omicidio preterintenzionale aggravato. Secondo la tesi della Procura di Vallo, durante un litigio per gelosia, avvenuto il 20 maggio 2015 in casa, il marito avrebbe percosso la moglie, fino a provocargli le lesioni, che hanno portato la 49enne alla morte 7 mesi dopo, il 29 dicembre 2015.
Andrea Passaro
©RIPRODUZIONE RISERVATA .