«Mia moglie licenziata per ritorsione»

Consigliere Pdl accusa Cirielli: «Non l’ha più fatta lavorare perché ritiene che io non l’abbia sostenuto alle elezioni»

Il sindaco Marco Galdi ha avviato le consultazioni con i consiglieri comunali per trovare il bandolo della matassa dell’intricata crisi politica che vede i consiglieri del Pdl fuori dalla maggioranza consiliare. Non sono esclusi dalla convocazione i quattro consiglieri prima della maggioranza e poi, da qualche mese, passati all’opposizione come Matteo Monetta, Giovanni Del Vecchio, Marco Senatore e Luca Alfieri. Con il loro sostegno Galdi vorrebbe ricompattare la maggioranza e sventare il rischio di caduta dell’amministrazione, che si profila se i consiglieri dissidenti del Pdl non rientreranno nei ranghi. Ma mentre il sindaco tesse la tela diplomatica per ricucire lo strappo, utilizzando la politica dell’appeasement, dall’altra parte a non rendergli il lavoro facile è l’ex presidente della Provincia Edmondo Cirielli, che non ha fatto mistero di essere rimasto deluso per il risultato riportato a Cava dal partito “Fratelli d’Italia”, nel quale era candidato nelle ultime politiche. A lanciare una precisa accusa nei suoi confronti è stato un consigliere del Pdl, che ha preferito mantenere l’anonimato, il quale ha etichettato come “una ritorsione” la revoca dell’incarico alla moglie A.C. che era impiegata, part-time, nello staff dell’Ufficio di presidenza della Provincia. Nel documento di revoca si legge che «lo scioglimento anticipato del rapporto di lavoro è determinato dal venir meno del rapporto di fiducia tra il dipendente ed il soggetto istituzionale (presidente della Provincia) che ne ha chiesto l’assunzione». E proprio sulla motivazione addotta è caustico il consigliere Pdl. «Ha voluto colpire me perché crede che non lo abbia supportato in campagna elettorale – ha detto – Peraltro l’ha fatto nel peggiore dei modi, facendo notificare a mia moglie la lettera di revoca da due agenti della polizia provinciale e da un messo». Gli animi sono, dunque, esacerbati, ma la soluzione potrebbe uscire dalla riunione di oggi tra il senatore Pdl Giuseppe Esposito, referente provinciale del partito e gli interlocutori più accreditati per un confronto con Galdi, ed i consiglieri Pdl. Da più parti si dice che l’accordo tra l’amministrazione ed i dissidenti sarà raggiunto a condizione che sia totalmente azzerata la giunta.

Si chiede, dunque, un rimpasto ed un nuovo esecutivo nel quale vi sia anche una rappresentanza del Pdl, oltre che una revisione degli incarichi attribuiti nelle partecipate, tutti in mano a “Fratelli d’Italia”. Intanto il capogruppo consiliare Pdl Enrico Polacco, che per problemi personali non ha sottoscritto il documento in cui i tre del Pdl si sono detti fuori dalla maggioranza, non ha ancora chiarito la sua posizione.

Alfonsina Caputano

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