Eboli

«Mia madre è invalida, dateci una nuova casa»

Il dramma di Anna Di Biase da mesi oramai prigioniera nella sua abitazione. L’appello del figlio all’amministrazione fino a ora non ha sortito alcun effetto

EBOLI. Disabile affetta da emiparesi a seguito di un ictus è da mesi prigioniera nella sua abitazione. Impossibilitata a uscire da sola è costantemente accudita dal figlio Daniele.

Anna Di Biase è una signora di 63 anni che da oltre venti anni vive nel rione Pescara, al piano rialzato di una palazzina di tre piani di proprietà del Comune, in regola sia con il pagamento del fitto che dei tributi. Dopo la malattia che la colpita qualche anno fa ha perso gran parte delle sue normali funzioni arrivando a dipendere quasi totalmente dal figlio trentenne che, per assisterla, è costretto a rinunciare a diverse occasioni di lavoro con gravi ripercussioni. L’anziana ad aprile ha protocollato una richiesta di cambio alloggio.

Nella lettera spiega: «Chiedo di cambiare alloggio perché l’appartamento è molto umido. Inoltre non è dotato di scivolo per i disabili. Il bagno è troppo stretto e potendo muovermi solo con il treppiedi nel bagno non passo in modo agevole». Ma lo scalino è solo uno degli ostacoli che minano la tranquillità della donna che anche per andare in bagno è costretta a fare mille peripezie. «Il bagno – racconta il figlio Daniele – rappresenta solo una delle difficoltà che mia madre è costretta ad affrontare. Basta uscire da casa e arrivare sulle scale per fare i conti con le prime difficoltà, ovvero i gradini, alcuni rotti e traballanti. Già una volta li ho messi a posto ma sono stati subito danneggiati. Lo spazio e le condizioni per montare un montascale non ci sono».

La signora inoltre non può nemmeno usufruire dello scantinato, il cui ingresso è completamente allagato e con i fili della corrente elettrica scoperti. «Una prima vista agli uffici del Comune – racconta Daniele – aveva fatto ben sperare ma dopo l’ultima volta che sono stato là ho ricevuto una risposta diversa dalla precedente che ci ha tolto le speranze». «Esasperati – racconta ancora Daniele – abbiamo chiesto e ottenuto anche un incontro con il sindaco a cui abbiamo esposto il problema ma a oggi nulla ancora è stato fatto. Noi siamo disposti anche ad avere una casa più piccola, basta che mia madre riacquisti la dovuta tranquillità». All’esterno la condizione non è di certo migliore: buste e carte sono sparsi ovunque. Alle spalle del fabbricato da una fogna fuoriesce del liquido che rende impossibile anche lasciare aperte le finestre mentre nel resto del piazzale alcune galline vivono liberamente.

«Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. L’unico sostegno è stato fornito dai servizi sociali che inviano due volte a settimana una donna per le pulizie». Poca cosa rispetto all’enorme disagio che l’anziana vive.