«Mi ha abbandonato senza darmi notizie Una cosa ingiusta»

Sarno: la donna non ha fatto rientrare in casa il marito Da qui una complessa vertenza giudiziaria ancora in corso

SARNO. Dopo anni all’estero non era stato riaccolto in casa C. F., imprenditore sarnese nel settore dei legnami, con una querelle tra figli ed ex moglie chiusa con la sentenza civile del giudice Emanuela Musi che d’urgenza disponeva il rientro.

La coniuge, difesa dall’avvocato Antonello Manuel Rega, aveva sporto querela nei confronti dell’uomo il 21 marzo 2013 per violazione obblighi assistenza familiare, violenza privata ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

L’imprenditore, secondo tale ricostruzione, abbandonò la vita coniugale dal settembre 2001 trasferendosi in Romania, «dando sporadiche notizie e piccolo sostentamento economico».

Dopo numerosi tentativi della famiglia, l’uomo comunicava al figlio «di aver deciso di trasferirsi definitivamente in Romania avendo iniziato una nuova vita con una nuova compagna».

Dopo anni di silenzio interrotto solo da motivi burocratici o di salute, «senza mai contattare l’ex moglie né presentarsi alla casa coniugale, l’imprenditore decideva di tornare per ritrasferirsi in Italia viste le precarie condizioni di salute, contattava i figli chiedendogli una sistemazione».

Dopo l’appoggio dal figlio più piccolo, esprimeva l’intenzione di tornare presso la casa coniugale ricevendo il rifiuto della moglie, dando il via alla richiesta al tribunale nocerino e alla decisione d’urgenza. La stessa casa risulta in nuda proprietà ai tre figli, con un diritto di usufrutto per la donna e un diritto di abitazione per l’imprenditore.

La vicenda rievocata nella denuncia completa la storia del ritorno a casa negato, riempiendo falle nella ricostruzione, al di là della decisione meramente giudiziaria, raccontando altri aspetti di una vicenda molto delicata, come succede sempre d’altronde in casi del genere, quando si entra in complesse di spute di carattere familiare.

«Il giorno quindici marzo scorso alle tredici e trenta mio marito dopo dodici anni si ripresentava presso la mia abitazione pretendendo di entrare – racconta la donna nella denuncia- Al mio rifiuto si recava presso la polizia di stato e ritornava con degli agenti che lo convincevano ad allontanarsi. Poi si ripresentava accompagnato da nostro figlio tentando l’accesso cercando di forzare la porta».

La vicenda, che al momento sancisce il diritto dell’uomo a rientrare per abitare in casa, non finisce qui.

«In tutti questi anni non ho denunciato l’abbandono morale e materiale procedendo con una giusta separazione legale solo per quieto vivere e perché contrario alla mia cultura», scrive la donna. Il documento, curato dall’avvocato Rega che rappresenta gli interessi della signora, si completa del ricorso per separazione giudiziale e dispositivo di sentenza.

«Non per smentire il provvedimento del giudice o l’articolo precedente, ma semplicemente per contestualizzare in modo corretto la vicenda a beneficio dei lettori». Anni di buio, un ritorno e la porta chiusa, con delle ragioni a sostegno e i pezzi che compongono una storia.

Come si diceva, una storia delicata e complessa, dalle mille sfaccettature, che toccherà ai giudici definire, a meno che non si arrivi poi a una composizione di carattere extra giudiziale.

(a. t. g.)

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