IL BLITZ

Mercato San Severino, Pupatella “prof” di chimica per la gang

La droga per le piazze dell’Irno preparata con i consigli dello “zio”

MERCATO SAN SEVERINO - Era salernitano un importante contatto della gang guidata da Giovanni Luzzi, alias “Aikido”, per quanto riguarda la preparazione degli stupefacenti. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli , che ha portato all’esecuzione di dieci arresti da parte dei carabinieri di Mercato San Severino e a sgominare due diversi gruppi (dopodomani gli interrogatori), fa emergere tra gli altri il collegamento tra Daniele Abate , uno dei coordinatori dell’attività diffusa sul territorio dela Valle dell’Irno, e Antonio Noschese , alias “Pupatella”, nome arcinoto negli ambienti malavitosi del capoluogo. Abate era riconosciuto come il “chimico” e “preparatore”, oltre a gestire una piazza a sé stante a Baronissi, e guarda caso è il protagonista di varie conversazioni con tale “Zio”, che per gli inquirenti corrisponde proprio a Noschese.

A lui l’indagato nell’operazione della Procura, chiamandolo con tale appellativo in segno di rispetto, si rivolge per chiedere consigli su come preparare lo stupefacente, relativamente alla trasformazione della cocaina in crack. Durante la procedura, infatti, Abate si lamenta di come la sostanza resti troppo morbida, non cristallizzando correttamente, e aggiunge: «Appena ci vado a buttare il taglierino dentro o lo prendo in mano e la faccio così, diventa polvere un’altra volta». Repecite le indicazioni”, Abate richiama il giorno dopo lo “Zio”, poiché i risultati si sono visti: «Tutto bene, vi ho mandato un messaggio ieri», conclude. La lezione di “chimica”, insomma, ha dato i suoi frutti, così come il modus operandi dell’indagato che evidentemente sa individuare chi sul territorio è più esperto di lui e può dargli una mano.

Che lo stesso Luzzi non sia un personaggio qualunque è dimostrato, per gli inquirenti, da vari incontri con personaggi dall’indiscusso spessore criminale. Intercettato tramite “spyphone”, racconta l’incontro avuto in un ristorante a Fuorni con (tra gli altri) Francesco Genovese (alias “Zio Franco” dell’omonimo clan di Baronissi) e Ciro Marigliano , presenziando in qualità di intermediario per una partita di droga. Una conferma, è l’ipotesi della Procura, di quanto “Aikido” venga tenuto in una certa considerazione nell’ambito della criminalità salernitana, al punto da chiamarlo in causa per trattative sugli stupefacenti, a prescindere dall’esito (nel caso in oggetto, non positivo). Tra i tanti bar e ristoranti che ricorrono nell’inchiesta come punti di riferimento della gang, c’è un locale nei pressi dell’uscita autostradale di Mercato San Severino a spiccare come luogo d’incontro tra Luzzi e uno dei 20 indagati. Quest’ultimo discute con il “capo” del pagamento di partite di stupefacenti e la location sarà usata altre volte, fino a che Luzzi, a colloquio con Abate, azzarda addirittura un fuori programma: «Qualche domenica ci veniamo a mangiare». Ma l’argomento ricorrente (e preferito) è sempre lo stesso. E così, in merito al grado di umidità e conservazione della droga, Luzzi suggerisce: «Mettila nel riso...pure se prendi un bicchiere di plastica e glielo cali sopra». Tanto per restare in tema di “cucina”.

Per l’esito dell’operazione ha espresso soddisfazione il sindaco di Mercato San Severino, Antonio Somma: «Desidero esprimere vivo apprezzamento, anche a nome dell'Amministrazione e della comunità, ai carabinieri della nostra Compagnia per la determinazione nel portare a compimento le indagini e smantellare il sodalizio criminale. Oggi c'è un cono d'ombra in meno nella nostra città ed una luce della legalità in più».

Francesco Ienco