Mensa, la ricetta dei “grillini”

I “5 stelle” dettano il menu: prodotti bio, piatti tipici e pasti anche ai genitori

Utilizzare solo prodotti biologici, aprire la mensa ai genitori, definire il menù tenendo conto della stagionalità dei prodotti e inserirvi un piatto tipico. Sono le principali proposte avanzate da “Amici di Beppe Grillo-Cava5stelle” che, dopo le polemiche dei genitori dei bimbi che non vogliono cibi provenienti dalla “Terra dei fuochi”, in una nota inviata all’amministrazione hanno voluto dettare le “regole” per un’eventuale riorganizzazione delle mense scolastiche. Secondo i “grillini” bisogna innanzitutto puntare sul cibo biologico, le cui materie prime devono rappresentare il “95%. E questo perché il cibo è più sano e più buono e non resta nei piatti; ed è un vantaggio anche per il territorio perché implica un minor inquinamento e, dunque, preserva il paesaggio che circonda la città”. In questo quadro si colloca la richiesta di “cibi privi di additivi e coloranti se non naturali, l’uso di olio extravergine di oliva spremuto o estratto a freddo, il divieto di olio di palma o di semi vari e l’eliminazione di una portata di carne alla settimana”. I componenti di M5S, inoltre, hanno sottolineato che “le richieste minime per accedere all’appalto delle forniture mense dovrebbero essere: alimenti biologici debitamente elencati; l’utilizzo di stoviglie durevoli o composte di materiale riciclabile e l’impiego di acqua del rubinetto per tutte le mense, previo controllo cadenzato dell’Arpac e Asl”. Si invita, poi, ad “aprire la mensa ai genitori che vorranno mangiarvi e che pagheranno il buono per accedere”. Grande attenzione è, poi, stata data al menù che dovrà essere “definito annualmente in capitolato; in questo modo si potrà badare alla stagionalità dei prodotti, che dovrà essere puntualmente verificata, e si consentirà ai produttori di programmare la produzione, abbattendo anche notevolmente i costi”. Tra i dettagli su cui hanno focalizzato l’attenzione i “grillini” vi è anche l’inserimento nel menù, almeno una volta al mese, “di un piatto tipico appartenente alla tradizione locale, in modo da favorire la conoscenza della propria terra e la cultura che vi si è generata” e l’istituzione “di una settimana vegetariana ogni cinque”. (a. c.)