Mengoni “pronto a correre” tra i Templi di Paestum

Stasera il vincitore dell’ultimo Sanremo fa tappa con il suo tour “L’essenziale”: «Dalla e la gavetta mi hanno dato una grande spinta. I fan? Sono l’80% di me»

CAPACCIO. Stasera (ore 21,45), Marco Mengoni si esibirà ai piedi del Teatro dei Templi per la tappa, curata da produzioni Anni 60, del suo Tour “L'essenziale”. Il cantautore di Ronciglione, reduce da una lunga catena ininterrotta di successi - tra cui la vittoria della scorsa edizione del Festival di Sanremo con il singolo che dà il nome al tour - è già salito a quota tre dischi di platino con l’ultimo album “Pronto a correre”.

Possiamo parlare di una fase decisamente positiva per la sua carriera musicale?

«Devo ammettere che sto vivendo un periodo molto fortunato e per questo devo ringraziare i miei fan e tutto il mio team: sono fondamentali per me».

“Pronto a correre”, il suo ultimo disco, ha un titolo abbastanza significativo. Esprime una fase particolare?

«Rappresenta l'immagine che ho di me in questo momento: correre verso il futuro, vivendo consapevolmente il presente pronto a ciò che succederà. Sempre in divenire. Questo album è un insieme di immagini, di idee , di esperienze, di incontri, è un anno di vita intenso che ho voluto riassumere con un’azione: correre, ricercando la concretezza, l’appartenenza alla terra. Pronto a correre quindi, cercando di proporre tante sfumature di colori».

Tra la vittoria ad X Factor, nel 2009, e quella a Sanremo, cosa è cambiato e quali le emozioni legate ad entrambi i momenti?

«Prima e dopo X Factor ho fatto molta gavetta. X Factor, i quattro anni successivi, la partecipazione e la vittoria a Sanremo hanno contribuito a farmi crescere come persona e come professionista. Ho lasciato da parte la scrittura metafisica, i testi aerei, per dedicarmi alla concretezza».

Che ricordo ha di Dalla, uno dei suoi più forti sostenitori?

«Avere la possibilità di collaborare con lui, in un momento in cui avevo poche certezze, mi ha dato una grande spinta in avanti di cui gli sono e gli sarò sempre riconoscente».

Come e quando ha capito di volersi dedicare alla musica?

«Non l’ho ancora capito. Sono in continua ricerca. Credo che se avessi la certezza e ne fossi sicuro, si perderebbe un po’ della magia e dell’emozione che vivo quando prendo in mano un microfono o mi siedo davanti ad un foglio bianco o salgo su un palco. Quello che so è di essere dipendente dalla musica».

Che effetto le fa sapere che ci sono suoi fan che partecipano ad un concorso per poterla incontrare?

«Mi piace rispondere così: sono il mio 60-70-80%. Salgono sul palco con me, cantano con me, piangono, vivono. E questa è la soddisfazione più grande».

Alessandra De Vita

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