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Memorie etrusche e longobardetra Pontecagnano e Giffoni

Nel museo dell’Agro Picentino antichi reperti dall’età del ferro all’epoca romana

Al di sotto del moderno centro di Pontecagnano giace una città antichissima, dalla storia complessa e stratificata: dall’insediamento villanoviano dell’età del ferro, alla città etrusco-campana, alla colonia romana di Picentia. Un itinerario ricco di storia quello di questa settimana, con visite alla zona archeologica di Pontecagnano Faiano e all’antico borgo di Terravecchia a Giffoni Valle Piana. Un percorso a pochi chilometri da Salerno che coniuga il piacere per l’archeologia a quello più naturalistico; che dalla valle dei picentini porta in montagna a godere non solo di un meraviglioso intervento di recupero paesaggistico (il borgo di Terravecchia) ma anche di un panorama mozzafiato. Pontecagnano, più anticamente: Picentia fu edificata secondo un impianto tipico delle città greco-romane. Una pianta ortogonale tagliata da una maglia di strade perpendicolari sorse su un primitivo insediamento abitativo risalente al periodo etrusco. Gran parte dei materiali ritrovati in questa area sono custoditi nello splendido museo archeologico. Ufficialmente aperto al pubblico nel 1978, il Museo Nazionale dell’Agro-Picentino accoglie e conserva i reperti archeologici dell’abitato antico di Pontecagnano. Qui, l’esposizione è basata su criteri cronologici ed abbraccia tutto il territorio di Pontecagnano (senza cioè tenere distinte le diverse aree occupate dalle tombe) e descrive l’occupazione del terreno per fasce e consente una immediata lettura delle principali fasi della vita dell’insediamento. Tutti i reperti sono sistemati in un’unica sala, seguendo un itinerario predisposto a priori, contraddistinto da un colore diverso per ogni periodo. La preistoria, contraddistinta dal colore giallo, è rappresentata da alcuni frammenti di tazze carenate prive di decorazioni, rinvenute nella grotta di Nardantuono ad Olevano sul Tusciano, da reperti provenienti da Paestum, Polla ed Eboli e da alcuni bronzi di tipo egeo provenienti dalla grotta di Pertosa. L’età del ferro, contraddistinta dal colore arancione, è rappresentata da corredi funerari con vasi ricoperti da una decorazione incisa o tracciata con strumenti a punta, con motivi geometrici liberi o con riquadri. I corredi maschili presentano armi, lance e giavellotto, mentre quelli femminili sono caratterizzati dalla presenza di fusi di bronzo, rocchetti e gioielli. Il periodo orientalizzante, il cui colore dominante è il rosso, è contrassegnato dalla presenza di ceramica greca, coppe, vasetti, bracciali, kantharos, brocche, uncini di ferro e strumenti riferiti al sacrificio degli animali. Il periodo compreso tra il VI e il V secolo a.C., il cui colore è il fucsia, è rappresentato da coppe e da ceramica attica a figure rosse e nere. Il IV secolo a.C., distinto dal colore blu, viene evidenziato dalla presenza, nei corredi funerari, di oinochoe, kylix, cinturoni di bronzo, coppette a vernice nera e monete provenienti da Paestum e da Velia. L’età romana, il cui percorso è indicato dal colore verde, è rappresentata da corredi funerari, piuttosto poveri, con teste, busti, statuette e materiale ceramico recante anche iscrizioni dedicate ad Apollo e graffite in lingua greca.
Dal museo archeologico alla città del Festival cinematografico per ragazzi. Giffoni Valle Piana, rinomata per l’omonimo festival ma anche per la produzione di nocciole, offre ai visitatori il trecentesco Convento di San Francesco in cui sono conservati dipinti che rivelano i caratteri dello stile giottesco. Interessanti, per il turista, sono la torre campanaria del XV secolo, il caemeterium nel quale si conservano gli affreschi più antichi, la chiesa, la cappella della Sacra Spina di Nostro Signore Gesù Cristo, che fu donata al convento dal cardinale Leonardo de’ Rossi, ed ivi custodita fino alla soppressione del convento avvenuta nel 1808. I Longobardi, lasciarono una traccia profonda della loro presenza: diffondono il culto di San Giorgio, simbolo della lotta, edificando chiese in suo onore, edificano il castello ed il borgo sottostante, l’odierna Terravecchia, innalzano chiese in onore di San Vittore, Sant’Ambrogio ed introducono l’economia feudale. Oltre al borgo di Terravecchia di interesse architettonico è la frazione Vassi; frazione in cui, più che altrove, sono ancorate le tradizioni. Molto belle le case con portali pregevoli, volte, colonne, porticati, scale che si armonizzano in una linea di architettura rurale di antica tradizione.