Megastore Eldo, a rischio 38 posti di lavoro

Il 31 dicembre scade la cassa integrazione per i dipendenti di Salerno e Pontecagnano

Rischiano di passare un pessimo Natale i 38 dipendenti dei due megastore Eldo, situati a Pontecagnano e Salerno, per l’avvicinarsi del termine del periodo di cassa integrazione e la messa in mobilità. È il 31 dicembre il termine ultimo e non si sa se il 2 gennaio le saracinesche saranno nuovamente aperte. In verità, il negozio di Pontecagnano, nell’area del centro commerciale Maximall, è già chiuso da novembre, mentre quello di Salerno, in via San Leonardo, è ancora in piena attività e nulla farebbe presagire una tale criticità se la notizia non provenisse dai dipendenti stessi. «Abbiamo preso contatti con i sindacati dell’Usb –hanno dichiarato alcuni lavoratori – perché vogliamo capire cosa ne sarà di noi a gennaio. Non è possibile che ci mandino a casa così, senza nemmeno sapere perché e senza farci capire le condizioni dell’azienda. Se non possono affrontare i costi, che s’impegnino a vendere».

Il tentativo di vendita, da parte dei fratelli Damiano, proprietari della Eldo Spa con sede ad Orta di Atella nel Casertano, c’era stato. E l’affare sembrava anche già fatto, dato che il possibile compratore, il gruppo Papino Spa –proprietario del marchio Expert per intenderci – aveva già preparato i documenti per la transazione finale. All’ultimo minuto però l’accordo non è andato in porto e i motivi non sono mai stati resi noti. Un’attività alquanto radicata sul territorio nazionale tra l’altro, dato che il marchio Eldo, fino a tre anni fa, possedeva ben 36 punti vendita in tutta Italia e non accennava nessuna inversione di rotta. Dopo la chiusura di numerosi punti, è dal febbraio del 2013 che si è verificata l’escalation, portando il gruppo ad avere centri solo in Campania e ad aprire un percorso di cassa integrazione –già sperimentato sin dall’agosto 2010 in maniera alterna – sin dall’aprile scorso. Ora però, i lavoratori non vedendo altre possibilità di fronte all’eventualità del processo di mobilità, preludio del licenziamento, stanno vagliando diverse ipotesi per cercare di smuovere la situazione. «Di sicuro il primo passo da compiere – riferisce Rosa Sabato dell’Usb – è quello di richiedere una proroga di altri sei mesi per la cassa integrazione. E poi, a breve, un tavolo di confronto con l’assessorato al Lavoro sia di Salerno che di Pontecagnano e con la Prefettura poiché non possono togliere il lavoro a delle persone così, da un giorno all'altro».

Emilio D’Arco

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