Megastore, dopo il boom ora gli affari sono in calo

Sono circa cento le strutture sorte in Campania negli ultimi dieci anni La Regione corre ai ripari: blocco temporaneo al rilascio delle licenze

È un territorio saturo. Salerno e la sua provincia non hanno fatto altro, nel tempo, che seguire il percorso tracciato da Napoli dal il suo vasto hinterland. Dove i centri commerciali, in pochi anni, si sono moltiplicati come conigli in cattività. Nonostante il costante e spaventoso calo nei consumi e quindi negli acquisti. È per questo che a inizio gennaio da Palazzo Santa Lucia è arrivato un primo stop alle licenze “selvagge” - più di cento quelle rilasciate negli ultimi dieci anni - in attesa ci fosse una nuova legge sul commercio che è ormai pronta per essere presentata in Giunta. Tre mesi di sospensione: una scelta “interlocutoria”, il tempo necessario per mettere a punto un piano che possa realmente creare ricadute, soprattutto occupazioni, positive sul territorio campano. Questo quanto deciso dalla Regione per tentare di arginare un fenomeno partito a Salerno agli inizi degli anni Novanta. Il primo a strappare dalle strade, e quindi dai negozi di vicinato, i possibili acquirenti attirandoli in un ambiente chiuso dove la massaia poteva trovare - nella stessa struttura dotata di ampio parcheggio, il più delle volte gratuito - tanto il supermercato quanto il negozio di abbigliamento, la gelateria, la rosticceria e quant’altro, è stato il Centro commerciale Cavese, primo nato nella provincia di Salerno e sull’estesa area dell’agro nocerino sarnese.

La struttura è stata inaugurata il 5 Dicembre del 1990. Da allora i megastore sono spuntati come funghi. In poco più di vent’anni, ma le inaugurazioni si sono concentrate soprattutto dal 2005 in poi, sono sorte, nel territorio salernitano almeno dieci centri commerciali. Le ultime, publicizzatissime aperture, sono state quella dell’ormai radicato Maximall di Pontecagnano Faiano, del centro commerciale Le Bolle di Eboli e del neonato Cilento Outlet Village, sempre su territorio ebolitano. Nel resto della regione, con particolare riferimento al napoletano, i numeri sono di gran lunga più grandi. Su cento - questo il numero dei centri commerciali registrati in Campania - più di 50 sono sull’area napoletana. È per questo che la giunta Caldoro ha posto finalmente un freno. A fine anno il primo annuncio: «Stiamo lavorando alla possibilità di sospendere il rilascio di nuove licenze commerciali», anticipò Fulvio Martusciello, consigliere delegato alle Attività produttive. Poi la sospensione. Ora il nuovo disegno di legge per regolamentare il commercio in Campania è pronto, aspetta solo di essere discusso nella commissione “Attività produttive”, presieduta da Giovanni Baldi, per essere poi approvato in giunta.

Il motivo dello stop è da ricercare nei dati. La domanda è crollata, i numeri dicono che le vendite sono in picchiata: rispetto allo scorso anno sono calate del 30 per cento circa, anche nel settore alimentare. I licenziamenti, invece, aumentano di giorno in giorno.

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