IL CASO

Medicina, l'allarme di Ravera:"La facoltà rischia di chiudere"

I tagli del governo preoccupano i docenti universitari e il presidente dell'Ordine dei medici

La nostra facoltà non doveva avere la triste sorte di nascere nel momento in cui sono arrivati i tagli». Il professore Paolo Remondelli ordinario di Biologia Genetica alla facoltà di medicina di Salerno si dice «fortemente preoccupato» per il futuro del corso di laurea. Una preoccupazione che investe anche il presidente dell’ordine dei medici di Salerno, il professore Bruno Ravera che ha espresso le sue paure nel corso della presentazione della "Conferenza euromediterranea", la tre giorni che porterà in città illustri esponenti della ricerca per rafforzare la cooperazione scientifico-culturale tra i Paesi del Mediterraneo.
Il giovane corso di laurea in medicina (la facoltà è nata nel 2005) continua il professore Remondelli «attualmente si regge grazie anche e soprattutto all’azione e attenzione di altre sei facoltà di medicina». Ma la facoltà può anche contare sul finanziamento di cinque milioni di euro erogati da Palazzo Sant’Agostino («un modo per promuovere - ha spiegato Gianni Iuliano, vice presidente della Provincia - uno dei "marchi di qualità" del territorio salernitano) e sui fondi messi a disposizione dall’ordine dei medici per l’istituzione della cattedra di Storia della Scuola Medica Salernitana. Un buon sostegno sicuramente, ma rispetto ai tagli paventati dal Governo non potrebbe bastare, mettendo in seria discussione il corso di laurea. E così, si ripiomberebbe indietro nel tempo. E’ dall’inizio degli anni Ottanta che si parla di medicina a Salerno e lo si fa sfruttando il nome della prestigiosa Scuola Medica. La firma dell’accordo di programma arrivò il 18 ottobre 2005 con l’allora ministro Moratti. «Il nostro - continua Remondelli - è un progetto nato con il contributo di tutti i governi. Condivido le preoccupazioni ma auspichiamo che la politica intrapresa sui tagli, si dimostri più razionale almeno sulla ricerca». E per quanto riguarda le agitazioni di quella che è stata definita l’Onda, «credo che di questi problemi - taglia corto Ravera - si possa discutere pacatamente nelle sedi giuste. Auspico un cambio di strategia, anche se ci sono inefficienze e correzioni che è necessario affrontare».