Mazzette alla Forestale di Capaccio A giudizio la Santoro e il marito

Disposto il giudizio immediato per l’otto di febbraio. L’accusa contestata è concussione

Giudizio immediato, fissato per il prossimo 8 febbraio, per Marta Santoro, l’ex comandante della Forestale accusata di concussione tentata e consumata, falso materiale in atto pubblico e abuso di ufficio, in carcere a Fuorni, e per il marito e collega Antonio Petillo, agli arresti domiciliari per tentata concussione. La richiesta è stata presentata dal pm Maurizio Cardea, titolare dell’inchiesta. I legali della Santoro, gli avvocati Antonio Zecca, Angela Nigro e Antonello Natale, e di Petillo, assistito dall’avvocato Mimmo Guazzo, dovranno valutare se chiedere il giudizio abbreviato, un eventuale patteggiamento della pena, o il rito ordinario.

La richiesta del pm arriva dopo la rinuncia all’Appello al tribunale del Riesame riguardo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere sulle presunte tangenti versate dai fratelli Chiacchiaro, titolari del complesso “Le Trabe”, non convalidata dal gip Renata Sessa. L’udienza si sarebbe dovuta tenere lunedì.

Lo stesso giorno nel pomeriggio, la Santoro è stata sottoposta ad un nuovo interrogatorio sulle contestazioni mosse dagli imprenditori che ai giudici hanno dichiarato di aver versato tangenti. La richiesta di rito immediato si basa sulla evidenza delle prove raccolte sul giro di mazzette e il sistema che la donna avrebbe creato, incassando somme di denaro dagli imprenditori che, in questo modo, evitavano possibili controlli dell’ex sottufficiale che, nel corso degli anni, ha effettuato centinaia di sequestri per abusi edilizi commessi nei comuni, che facevano capo alla stazione di Foce Sele.

Coinvolto anche il marito e collega Antonio Petillo la cui posizione lo vede indagato per un solo caso di tentata concussione, che fa riferimento alle dichiarazioni del proprietario della ditta “Gregorio marmi” di Agropoli, dal quale la Santoro dopo aver mostrato un esposto falso si faceva promettere una mazzetta per insabbiare la faccenda per consegnarla ad un cancelliere inesistente. In base a quanto riferito dall’imprenditore sarebbe stato Petillo a dover ritirare la somma di circa 2000 euro. A sostegno dell’accusa ci sarebbe anche un’intercettazione telefonica.

La Santoro durante gli interrogatori davanti agli inquirenti ha negato ogni coinvolgimento del marito. Sono oltre una decina gli episodi contestati per sei dei quali il gip ha disposto la permanenza in carcere ravvisando l’ipotesi di recidiva e possibile inquinamento delle prove. A far scattare la seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere sono state le dichiarazioni di altri imprenditori.