Maxi giro di stupefacenti È un gruppo di giovanissimi 

La procura contesta un “Sistema”: scatta l’associazione a delinquere Le intercettazioni rivelano la gestione di un ricco portafogli di clienti

Nuova contestazione per il gruppo di giovanissimi spacciatori finiti sotto accusa: per la Procura i sette indagati costituivano un sistema, con l’associazione a delinquere finalizzata alla rivendita di hashish, cocaina e marijuana. Alessio Orefice, 20 anni, Alfonso Passamano, 25, figlio di Mario, già noto per i trascorsi di spaccio, Gabriele Morrone, 37, Emanuel Raffaele Pisanzio, 21, Salvatore Califano, 22, Bianca Coppola, 47, e Vincenzo Attianese, 22.
In particolare, la nuova contestazione nasce dalla pluralità di episodi ravvisati nel precedente procedimento penale alla base del blitz scattato alla fine di ottobre scorso, con il ruolo di promotori contestato al duo Orefice-Passamano e tutti gli altri nelle vesti di rivenditori al dettaglio: per la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore il gruppo costituiva una vera e propria organizzazione, con individuazione di ruoli e mansioni, una guida apicale, specializzazione nella finalità di spaccio e continuità negli illeciti.
La doppia contestazione, con i sette raggiunti da avviso di conclusione delle indagini preliminari dopo la conclusione, per alcuni, della indagine-madre, si collega a un precedente filone investigativo: fu una intercettazione captata durante le attività investigative del precedente blitz della scorsa primavera contro il gruppo che vedeva coinvolto Alfonso Zucca. Proprio una telefonata di questi con Marcello Radice diede il via a un ulteriore approfondimento, portato avanti dalla procura fino a ricostruire un altro giro, separato e indipendente dal punto di vista giudiziario, in grado secondo le ultime accuse di costituire un sistema strutturato, per oltre 30 episodi di cessione e detenzione di droga, comprendenti cocaina, hashish e marijuana, procacciata nell’area vesuviana e poi smerciata tra le due Nocera e a Pagani.
Il sistema individuato, con incrementi considerevoli delle pene previste con le nuove accuse, era insediato a Nocera Inferiore e aveva un “portafoglio clienti” ricco e fedele: tutto è finito nelle informative degli investigatori del reparto territoriale carabinieri, che documentano i rapporti tra i soggetti e il modus sul territorio, con messaggi e ordinazioni porta a porta, appuntamenti e cessioni concordate. Durante l’inchiesta i militari avevano arrestato in flagranza cinque persone nel mezzo delle indagini recuperando 100 grammi di cocaina complessivamente e 2 chili di marijuana. I nomi “Alfonso ed Alessio” spuntati nelle trascrizioni delle intercettazioni corrispondevano dalle indagini a Passamano ed Orefice, al centro dell’investigazione successiva.
Il sistema teneva relazioni e contatti prevalentemente attraverso l’utilizzo di WhatsApp per eludere le intercettazioni. Dal sequestro dei telefoni, con le controprove delle voci registrate nella scorsa primavera, i carabinieri avevano identificato sia i pusher che gli acquirenti, una nuova banda della droga, composta da giovanissimi già scaltri che avevano già provveduto a riempire il vuoto creato dal primo blitz nella piazza dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Alfonso T. Guerritore
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