Maxi discarica in azienda: scatta il blitz

I carabinieri sequestrano un’area dove erano stati stoccati rifiuti speciali. Denunciata legale rappresentante della ditta

Stoccavano rifiuti speciali in un’area aziendale non autorizzata per eseguire tale attività. Nei guai è finito il titolare di un impianto industriale di recupero, lavorazione e vendita di inerti.

I carabinieri del nucleo ecologico, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone, e i colleghi della locale stazione, diretta dal luogotenente Fabrizio Garrisi, hanno posto i sigilli a un’area di tremila metri quadrati sulla quale erano stati stoccati cinquemila metri cubi di rifiuti speciali derivati da scarti di edilizia.

All’esito dell’attività ispettiva nell’impianto ebolitano per il recupero di inerti e la vendita di materiale lapideo, finalizzata alla verifica del rispetto della normativa a tutela dell’ambiente nella gestione dell’attività imprenditoriale, i carabinieri del Noe del capitano Ambrosone si sono imbattuti in una montagna di rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione.

La massa era stoccata su un’area all’interno del perimetro aziendale che non era autorizzata. In quella che si presentava come una discarica a cielo aperto, i carabinieri hanno trovato rifiuti speciali non pericolosi costituiti da frammenti di mattoni, mattonelle, cemento, con la presenza di residui di plastica, ferro ed imballaggi, nonché grossi frammenti di cemento con la presenza di armatura in ferro, i quali risultano frammisti a terreno.

Tali materiali sarebbero finiti nel ciclo di lavorazione per il loro recupero e trasformazione in prodotti lapidei destinati successivamente alla vendita. L’impianto controllato dai carabinieri del Noe aveva le autorizzazioni per l’attività di recupero, ma l’azienda aveva esteso l’area di stoccaggio a una zona non autorizzata per le operazioni di messa in riserva dei rifiuti.

La legale rappresentante dell’azienda è stata deferita in stato di libertà ai magistrati della sezione reati ambientali della Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno per la violazione emersa in ordine al reato previsto dal codice dell’Ambiente.

Soprattutto è stata denunciata per aver abusivamente utilizzato una vasta area aziendale esterna non autorizzata all’accumulo di rifiuti per il ciclo di lavorazione.

Al fine di assicurare la prova del reato, nonché impedire che lo stato dei luoghi potesse essere mutato e che l’attività illecita potesse protrarsi ulteriormente, ritenuta inoltre la necessità di evitare alterazioni e dispersioni delle prove, i carabinieri del Noe e i colleghi della stazione di Eboli, informato il pm di turno alla procura di Salerno sui risultati dell’ispezione, hanno proceduto al sequestro dell’area aziendale incriminata e del suo contenuto stoccato irregolarmente e consistente in rifiuti speciali non pericolosi destinati al recupero e alla trasformazione in materiarle lapideo.

Massimiliano Lanzotto

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