la sentenza 

Maxi bolletta da 108mila euro Ditta di Sarno sconfigge l’Enel

Secondo l’Enel c’era da pagare una bolletta a cinque zeri: 108mila euro per una fornitura di energia elettrica che un’azienda con sede a Sarno, specializzata nel recupero delle plastiche, era...

Secondo l’Enel c’era da pagare una bolletta a cinque zeri: 108mila euro per una fornitura di energia elettrica che un’azienda con sede a Sarno, specializzata nel recupero delle plastiche, era accusata di aver consumato senza versare il corrispettivo e manomettendo il contatore. Il Tribunale di Roma, a cui l’azienda si è rivolta per l’opposizione al decreto ingiuntivo, ha invece stabilito che quella somma non è dovuta e che i controlli eseguiti da Enel erano stati sbagliati, con una sentenza che promette di fare da apripista per casi analoghi che riguardano altre imprese dell’Agro.
Ma partiamo dall’inizio. È il 28 febbraio del 2013 quando il Tribunale emette un decreto ingiuntivo per 108.308 euro, a cui devono aggiungersi interessi e spese di procedura. L’imprenditore sobbalza, si rivolge allo studio legale “Avvocati Romanelli & Romanelli” e impugna il provvedimento. Nell’atto di opposizione si ricostruisce tra l’altro che il credito reclamato era relativo a un periodo (dal settembre 2010) in cui lo stabilimento era andato distrutto per un incendio ed era poi stato gravato da un vincolo cautelare, per cui non avrebbe potuto consumare alcunché, a maggior ragione che dal momento del rogo era privo di allaccio o cabina elettrica.
La sentenza ha accolto l’opposizione e ha censurato in più punti il metodo con cui l’Enel aveva calcolato il presunto consumo. In particolare è emerso che i consumi conteggiati non potevano essere stati assorbiti, perché il quantitativo di energia elettrica che le macchine aziendali avrebbero potuto consumare era di molto inferiore a quello fatturato. L’istruttoria ha inoltre evidenziato che non vi erano state letture del contatore e che sarebbe stato necessario operare una verifica tecnica per accertare l’esistenza o meno della difformità nella fatturazione degli effettivi consumi. Ora, con l’accoglimento dell’opposizione, l’imprenditore potrà anche recuperare le accise che l’Agenzia delle dogane aveva subito richiesto a seguito del verbale degli ispettori. E si apre inoltre la strada per la revisione del procedimento penale per presunto furto di energia elettrica. (c.d.m.)
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