GLI ESAMI DI STATO

Maturità, la matematica divide gli studenti

Per molti era facile, per altri il compito presentava calcoli troppo complicati. Soddisfazione al classico Tasso, evitato Plutarco, accolto a braccia aperte lo storico Luciano

Ieri si è svolta la seconda prova scritta degli esami di maturità, quella attesa con più preoccupazione dagli studenti salernitani. Le speranze dei liceali del Tasso sono state esaudite: evitato Plutarco, spauracchio della vigilia, i ragazzi hanno concluso in un paio d’ore la versione dal greco di Luciano.
Mattinata di ansia all’uscita del liceo scientifico Da Procida, dove genitori in fibrillazione hanno cominciato a raccogliersi a mezzogiorno. Lorenzo Rispoli, professore di matematica e presidente di commissione, ha rasserenato le mamme in attesa, sbucando fuori verso le 13: "Lo scritto è accessibile - ha confidato Rispoli - e i ragazzi stanno lavorando serenamente". Studenti di altri istituti, reduci essi stessi dalla seconda prova, hanno infoltito le fila all’esterno del liceo scientifico. Maddalena Nocerino, maturanda all’Istituto Benedetto Croce, è in pensiero per l’amica terrorizzata dal compito di matematica: "La nostra prova di pedagogia - ha detto Maddalena - era facile".
Gli studenti della sezione A sono stati i primi a consegnare l’elaborato, alle 14 lasciavano l’istituto seguiti dal fiducioso professore Ciro Calabrese che ha così valutato l’impegno richiesto dalla prova: "Era più semplice degli anni passati, c’era qualche difficoltà in più nei quesiti". David Bardi è sgusciato fuori sospirando: "Ieri ho fatto la traccia su Montale sbagliata dal ministero e oggi ho dimenticato di fare il disegno!". Poi è sfociata la fiumana degli studenti. Tutti concordi sulla serenità dell’ambiente e l’appoggio morale offerto dai professori, i ragazzi hanno punti di vista divergenti sul livello di complessità dello scritto. Immotivata la tensione del giorno prima per Alessandro De Simone, che con la mente è già alla vacanza a Tropea organizzata con la sua classe la V I. Impegnativi i quesiti per Vittorio D’Angelo, mentre Giovanni Pecoraro sottolinea la prolissità dei calcoli nel problema di matematica. Confida nella propria genialità Bernardo Di Domenico, mentre Orlando De Girolamo si aspettava tracce più complesse: "Abbiamo fatto in classe il compito del 2006 - ha detto Orlando - ed era più difficile".