Matteo punta su Siani anti-caos 

Solo oggi i risultati del congresso e De Luca chiede di commissariare il partito

NAPOLI . Si tratta senza sosta per evitare l’ennesima faida nel Pd napoletano, dopo il caos al congresso provinciale e l’annuncio di ricorsi del candidato deluchiano Nicola Oddati. Lo spoglio dei voti e il risultato ufficiale, che assegneranno la vittoria a Massimo Costa, sono rinviati ad oggi pomeriggio, a 48 ore dalla chiusura dei seggi. E durante la direzione nazionale il leader Matteo Renzi tenta di sparigliare lo scenario di guerra, svelando l’offerta di candidarsi al medico Paolo Siani, fratello del giornalista Giancarlo vittima della camorra e da anni simbolo del fronte antimafia. «Perché il tema della povertà educativa è una priorità assoluta» spiega il leader. «Una manovra diversiva per distogliere l’attenzione dal disastro dal congresso napoletano» affermano ambienti del Pd.
Ma i rumors di partito accreditano anche che, sullo sfondo dell’ultimo psicodramma del Pd Napoli, si agita una lotta intestina al Nazareno, con «il vicesegretario Maurizio Martina e il presidente Matteo Orfini contro due pezzi da novanta del giglio magico renziano come Lorenzo Guerini e Luca Lotti». E mentre il partito napoletano è ancora nella bufera, fonti rivelano che il governatore Vincenzo De Luca sarebbe in pressing sulla segreteria nazionale per chiederne il commissariamento. Insomma, la tensione è a mille tra i dem. «Il ricorso è già pronto e sarà consegnato se dovesse essere fatta la proclamazione - dichiara Oddati - ma auspico che non vi sia alcuna proclamazione di un congresso palesemente irregolare». La componente di Oddati, che raduna gli ex Ds attorno alle leadership di De Luca, prima del voto si era decisa a disertare, denunciando irregolarità sulla platea degli iscritti-elettori. Ma da domenica sera è in atto una mediazione per indurla a non proporre reclami. Un’azione che coinvolge il Nazareno, anche a margine della direzione nazionale di ieri. Ai deluchiani verrebbe comunque garantita una presenza negli organismi di partito, nonostante il ritiro dalla competizione. «Le violazioni - insiste Oddati - sono state aggravate dalla confusione generale: c’è stata una prima lettera del di Martina che era stata accolta dal garante Alberto Losacco, che aveva disposto il rinvio del congresso. Poi è arrivata una seconda lettera, a congresso già rinviato, di Andrea Rossi, membro dello staff della segreteria di Renzi, un responsabile organizzativo del partito, una figura importante ma nominato e non eletto».
«Evidente - aggiunge il deluchiano - che i termini per un regolare svolgimento non ci sono stati. Noi avevamo già chiesto ai nostri sostenitori di non votare e sulla base della disposizione di Martina avevamo rafforzato la nostra posizione». Ma il diktat di Rossi, confermano da Roma, è ispirato direttamente da Renzi.
Il segretario sconfessa lo stop di Martina, una fuga in avanti originata dallo scontro tra il vicesegretario e Orfini, da una parte, Guerini e Lotti dall’altra. In questo clima da lunghi coltelli, a Napoli rinviano la proclamazione dei risultati congressuali, senza motivazioni ufficiali: dalla sede parlano di uno slittamento per l’impegno di Losacco in direzione nazionale, ma la scelta è obbligata dal negoziato con i deluchiani. Taglia corto l’altro candidato Tommaso Ederoclite, arrivato secondo per le stime ufficiose: «Gli organismi dirigenti hanno detto che dovevamo votare domenica, c’è stato un po’ di caos per la comunicazione fuori luogo di Martina.
Ma hanno votato più di 10mila persone, la maggioranza degli iscritti, e due candidati su tre ritengono che bisogna andare avanti, questo è il dato politico reale. Poi c’è una parte che sta facendo casino, ragioniamo anche con loro perché non si può lasciare a piedi una parte del partito».
Gianmaria Roberti
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