la denuncia 

Materiale edile abbandonato nei valloni

Un misto di plastica ed erba lasciato sulla strada e mai rimosso. Materiali di risulta edilizia e varie tipologie di rifiuti sversati nei valloni delle zone più periferiche della città e lasciate lì...

Un misto di plastica ed erba lasciato sulla strada e mai rimosso. Materiali di risulta edilizia e varie tipologie di rifiuti sversati nei valloni delle zone più periferiche della città e lasciate lì da mesi. Amianto che puntualmente viene abbandonato su strada e che richiede tempi lunghissimi per essere rimosso.
A prima vista di quella che era denominata “la piccola Svizzera” rimane ben poco. E se l’assessore alla Manutenzione Nunzio Senatore ha più volte tenuto a ribadire che gran parte della responsabilità è da attribuire agli incivili che non rispettano le regole, è pur vero che quei cittadini che le regole le rispettano e le tasse le pagano non possono fare a meno di lamentarsi delle condizioni in cui versano le strade cittadine. Il problema più sentito è l’abbandono dell’amianto, ma non smettono di arrivare anche le segnalazioni di valloni piene di rifiuti.
È Arcara una delle zone in cui è più evidente la problematica. Molti cittadini hanno denunciato, a chi di competenza, la presenza di bidoni e materiale di risulta edilizia. Il timore è che il danno ambientale sia più grave di quello che appaia a prima vista e che nei bidoncini ci sia materiale tossico. La situazione è solo di poco migliore in altre zone periferiche come Sant’Anna e San Cesareo.
«Ultimamente si nota una sciatteria di fondo nella pulizia delle strade – ha chiosato un residente di Pregiato che preferisce mantenere l’anonimato - La gente è sempre più disinteressata della cosa pubblica e anche gli amministratori pare che se ne occupino distrattamente. Insieme ad un gruppo di cittadini abbiamo fatto già da tempo regolari segnalazioni, ma niente si è mosso. Ci vogliono regole più rigide e sanzioni più severe. In gioco non è solo il decoro della città, ma anche e soprattutto la salute dei cittadini».
Alfonsina Caputano
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