CONGUAGLIO DELL’ACQUA

Materdomini, il santuario vince la causa contro la Gori

NOCERA SUPERIORE. Ennesima sconfitta della Gori, questa volta contro la Basilica pontificia di Materdomini. Per l’occasione si parlava di conguagli. La Gori, l’ente che gestisce il Sistema idrico...

NOCERA SUPERIORE. Ennesima sconfitta della Gori, questa volta contro la Basilica pontificia di Materdomini.

Per l’occasione si parlava di conguagli. La Gori, l’ente che gestisce il Sistema idrico integrato, richiedeva il pagamento della somma di 1692 euro in virtù di una fattura relativa ai consumi d’acqua potabile dal 30 giugno 2013 al 30 dicembre 2014, una somma calcolata su un consumo presuntivo per cui la Basilica Pontificia chiedeva l’annullamento della fattura perché illegittima.

La struttura, difesa dall’avvocato Veronica Avella, sosteneva infatti che la pretesa della Gori fosse illegittima perché dalle fatture non era possibile pervenire al modo in cui erano state quantificate le somme richieste e non vi era traccia di rilevazione al contatore per determinare la quantità d’acqua fornita all’utente. Dunque, la Gori veniva citata a comparire dinanzi al giudice di Pace, Guido Senatore, per sentir accogliere la domanda e dichiarare non dovute le somme così come richieste, con condanna alle spese e competenze di giudizio. Tuttavia, la Gori si è costituita, contestando la domanda dell’apparato difensivo della Basilica nocerina. L’ente privato ha sollevato eccezioni di giurisdizione e, nel merito, ha dedotto la legittimità delle fatture di pagamento e l’esattezza delle somme richieste, spiegando di essere subentrata al Comune nella gestione del Servizio Idrico Integrato, grazie all’affido ricevuto dall’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, comprendente 76 comuni.

In ogni caso, la ragione è andata al Santuario di Materdomini. Dalla fattura versata emerge che la Gori ha calcolato presuntivamente i consumi richiesti, senza aver rilevato al contatore gli effettivi consumi erogati. Ne nasce così l’inesistenza dell’obbligo contrattuale della Basilica al pagamento delle fatture, come preteso dalla Gori, in quanto quantificato secondo criteri presuntivi, per i quali sarebbe stato necessario un accordo tra le parti. Secondo gli atti, la Gori non avrebbe depositato alcun contratto di utenza idrica stipulato con la struttura sacra, in cui fosse prevista una clausola di accettazione del “minimo garantito”: i consumi andrebbero misurati con il contatore. Dato che la Gori non ha consegnato la prova di aver calcolato i costi addebitati sulla base dei consumi effettivamente rilevati, le somme sono state giudicate non dovute, nella misura e nella modalità con cui sono state determinate. Fa scalpore la vittoria della Basilica nel campo idrico. I comitati dell’Acqua Pubblica salutano il verdetto con soddisfazione.

Davide Speranza

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