l’intervista

Mastrolia: «Non ci sono esuberi ma il sistema salariale va rivisto»

Ai dipendenti della Centrale del latte che sono intenzionati a continuare nella battaglia legale contro il bando di vendita emesso dal Comune di Salerno, arriva una sorta di via libera deicisamente...

Ai dipendenti della Centrale del latte che sono intenzionati a continuare nella battaglia legale contro il bando di vendita emesso dal Comune di Salerno, arriva una sorta di via libera deicisamente inaspettato. È quello del nuovo proprietario dell’azienda, l’imprenditore Angelo Mastrolia, che ha acquisito le azioni della società proprio a seguito della procedura avviata dall’amministrazione locale. «Credo che sia legittimo – dice l’acquirente dell’azienda municipalizzata – che i dipendenti presentino ricorso. Riguarda le procedure con cui è stata messa in vendita l’azienda e non la nuova proprietà. Anche per questo non ho mai espresso contrarietà. Se ritengono lesi i loro diritti, credo sia giusta una rivendicazione e che possano verificare se la stessa sia corretta o meno. Anche perché – osserva – con la decisione del Consiglio di Stato ci sarebbe una situazione di chiarezza».

Ricorsi a parte, questo è il momento di pensare al futuro dell’azienda. Dopo questi primi due mesi avrà sicuramente le idee più chiare sulle potenzialità di questa realtà imprenditoriale.

La Centrale del latte gode di ottima salute. È un’azienda piccola ma lavora bene. Adesso stiamo facendo una serie di azioni per renderla sempre più competitiva e in linea con una strategia di tipo privato. D’altronde gli stessi dipendenti si stanno rendendo conto che adesso è tutto più efficace e snello.

Quali sono le azioni che l’azienda intende mettere in campo per aggredire un mercato sempre più competitivo?

Stiamo lavorando essenzialmente su due fronti. Per prima cosa abbiamo pensato ad un allargamento della gamma dei prodotti, anche per quanto riguarda il semplice packaging. Ad esempio abbiamo introdotto il latte a lunga conservazione nella confezione con il tappo che prima non c’era. Stiamo poi pensando ad una serie di formaggi, a partire da quelli a pasta molle. Insomma, vogliamo completare la gamma offerta dal settore. In secondo luogo, stiamo rivedendo i costi di produzione e la catena del valore, accorciando la filiera.

Tuttavia, i costi di produzione non sono legati esclusivamente alla filiera.

Ci potrebbe essere una piccola riduzione dei costi di manodopera, causata anche da un paio di pensionamenti. Inoltre, abbiamo già rinegoziato i prezzi di acquisto alla stalla.

Su questa specifica vicenda, ad inizio anno, c’è stata una pesante condanna da parte degli allevatori: troppo basso il prezzo offerto per litro di latte.

Noi non abbiamo fatto altro che adeguare il prezzo ancorandolo a quello stabilito dalla Borsa nazionale del latte. Sulla base di questo lo abbiamo aumentato di ulteriori 6 centesimi, vale a dire del 15 per cento. Non a caso Salerno è la provincia con il prezzo alla stalla più alto d’Italia. Aumentarlo ulteriormente, voleva dire uscire fuori dal mercato e non vendere.

Quando parla di razionalizzazione dei costi, intende dire anche che sarà rivista la spesa per il personale?

Negli incontri che ho avuto con i sindacati, ho chiarito subito due cose. La prima è che non c’è alcun problema di esuberi di personale. La seconda è che bisogna rivedere il sistema delle integrazioni salariali perché non sono applicabili al nostro tipo di contratto ma devono essere adeguate al contesto nazionale. Io sono d’accordo nel mantenere degli incentivi ma devono essere legati all’andamento dell’azienda. Fermo restando il quantum, la modalità di erogazione deve essere legata al merito e alla produttività. Di questo sono consapevoli anche i rappresentanti sindacali. ©RIPRODUZIONE RISERVATA