Massimo e Tonino, corsa all’ultimo voto

Una giornata con i due candidati a sindaco tra centro e periferia. I veleni non finiscono: Cuomo controquerela Cariello

«Sono sveglio dalle 7,30 e se tutto va bene alle due di notte vado a dormire». La giornata di Massimo Cariello sembra non avere mai fine. Il tempo scandito da incontri, conferenze e comizi, scorre sull’orologio dell’auto che dalle 8 circa diventa un ufficio viaggiante. E cosa fa Cariello dalle 7 alle 8? «Mi dedico alla famiglia e accompagno mia figlia a scuola, tutte le mattine...».

Poi l’Audi A4 del candidato a sindaco di Eboli prende a macinare chilometri dal centro alla periferia in un susseguirsi di mani da stringere, pacche sulle spalle, problemi da segnare su un taccuino stracolmo e qualche intervista da rilasciare. «Mi dai cinque minuti?», dice alla giornalista di Radio Mpa. «Certo Massimo», si sente. La voce roca è l’unico segno di una campagna elettorale stancante anche per uno come lui abituato ad essere ovunque: «Se non conosco il territorio con che coraggio chiedo alla gente di darmi fiducia?», dice mentre l’amico e collaboratore Armando Rosati spegne il motore dell’auto.

Dopo un’azienda d’abbigliamento da visitare ecco un pit stop a Santa Cecilia per incontrare «persone che al primo turno erano altrove e che oggi hanno deciso di darmi il loro appoggio». Un’elettrice lo accoglie un po’ timida: «Buongiorno Massimo». Il colloquio va avanti in un locale della periferia, davanti ad un caffè ed una bottiglietta d’acqua che Cariello porta sempre con sé. Fuori un gruppo di persone lo aspetta. «Massimo come va?», chiede qualcuno. «Massimo siamo con te», dice qualcun altro. Cariello sorride. A salutarlo per strada anche Giuseppe La Brocca, consigliere eletto nelle liste di Cardiello. Una stretta di mano anche dal presidente del comitato di quartiere, Domenico Alfano.

Sono circa le 10: «Andiamo a Campolongo». La sosta è ad un secondo bar. L’accoglienza è la stessa: «Massimo, per te ogni giorno litigo con qualcuno». Non c’è distanza né reverenza. Cariello non è dottore, consigliere o sindaco: «Per noi è Massimo». Dopo un breve scambio di battute con un operaio dell’Arechi Multiservice - «siamo pochi e dobbiamo lavorare su tutta la fascia costiera», dice l’uomo, il tour prosegue in una Campolongo lontana dal mare e dalla pineta, fatta di strade interpoderali che dalla litoranea entrano nel cuore di un’agricoltura lontana dall’innovazione e priva di infrastrutture primarie. Manca il contatto con Eboli tanto che «ci hanno detto che votare loro era come votare voi».

Lungo serre e stradoni in terra battuta, l’auto torna verso Eboli. Intanto il telefono squilla. È Radio Mpa: «Il mio avversario non dice che ha 19 ex amministratori nelle liste che gli hanno portato 3.500 voti». La voce è decisa. La telefonata si chiude. È ora di andare alla conferenza stampa fissata nella sede elettorale di Eboli per le 11,30. La giornata di Cariello è lunga. L’attacco portato da Cuomo nei confronti di un suo congiunto lo trova calmo e riflessivo: «Gli mancano argomenti», commenta tenendo a freno l’emozione che traspare in un rotto: «La famiglia prima di tutto». Il pomeriggio, dopo una breve pausa pranzo, è un turbinio di incontri nelle case e per strada; tra associazioni, un convegno sull’assistenza scolastica e gente comune. La stessa che lo attende la sera a rione Pescara per un comizio. Il tempo minaccia pioggia quando, alle 19,30, Cariello sale sul palchetto nel parco giochi dell’ex 167. Con lui amici e sostenitori. Da Di Benedetto a Presutto passando per Lenza e Vastola. «La mia formazione parte da qui. Qui ho fatto volontariato. Qui sono cresciuto». La gente lo ascolta. «C’è, invece, chi non sa nulla di questa zona e dice bugie. D’altronde conosciamo il soprannome del candidato ombra...». La giornata di Cariello non è finita. Incontri e cena, «se c’è tempo», poi a casa in attesa di «addormentarmi alle 2, svegliarmi alle 7 e portare mia figlia a scuola come ogni mattina».

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