«Massima collaborazione con gli inquirenti»

I rappresentanti della società coinvota in un’inchiesta su una presunta frode fiscale da 7 milioni

«Piena fiducia agli organi di giustizi. Si è trattato di un’attività di verifica durante la quale la società non avendo alcunché da nascondere, ha spontaneamente messo a disposizione documenti e scritture aziendali». Così il presidente del consiglio e l’amministratore delegato della Schiavo spa, commentano la notizia apparsa nei giorni scorsi in merito a un’indagine della guardia di finanza per false fatturazioni e indebita deduzione di tasse per sette milioni di euro. «Nessuna attività di smascheramento è mai potuta essere stata posta in essere – proseguono in una nota i rappresentanti dell’azienda di Vallo della Lucania – Quanto emerso nel corso di attività di verifica verrà opportunamente confutato ed argomentato nelle sedi competenti».

L’azienda nega che siano stati sottoposti a sequestro beni della società. «La Schiavo - prosegue la nota – presente sul mercato da quasi 50 anni, ha sempre fatto della responsabilità sociale e del rispetto delle leggi un baluardo invalicabile e mai ha voluto mettere in essere comportamenti in contrasto con leggi dello stato e lesivi di sé e delle famiglie che da quasi 50 anni collaborano alla crescita di una realtà imprenditoriale sana e radicata sul territorio». Tre i reati che vengono contestati legati a false dichiarazioni in materia fiscale. Il sostituto procuratore di Vallo Valeria Palmieri, che coordina le indagini condotte dai finanzieri di Battipaglia, ha contestato ai due indagati i reati di dichiarazione fraudolenta con l'uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.