SALERNO

Marzotto, gli ex operai denunciano l’Inps

Esposto in Procura per i prelievi mensili disposti dall’Istituto sulle somme riconosciute per malattia professionale

SALERNO. Dopo aver atteso invano per oltre un mese un’apertura al confronto da parte dell’Inps, la vicenda dei lavoratori dell’ex Marzotto Sud arriva sulla scrivania del procuratore capo Corrado Lembo. La federazione provinciale di Adiconsum e la segreteria provinciale della Cisl hanno infatti presentato un esposto per denunciare le modalità, ritenute illegittime, con cui l’istituto di previdenza da quasi due anni sta sottraendo dalle pensioni il quinto dello stipendio per rientrare dalle somme inizialmente riconosciute per l’accertamento della malattia professionale causata dall’esposizione all’amianto durante gli anni di lavoro nei capannoni nella zona orientale della città.

La decisione di segnalare la vicenda alla Procura era maturata dopo un’assemblea che l’associazione dei consumatori e il sindacato avevano tenuto nel mese di settembre e alla quale avevano aderito qualche decina di ex lavoratori, ormai esasperati dai continui e ingenti prelievi forzosi dalle loro già magre pensioni. Nel mirino della denuncia ci sono tutti i vertici provinciali e regionali dell’Inps. «Abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Procura – ha spiegato il segretario provinciale della Cisl, Matteo Buono – affinché accerti l’eventuale sussistenza di un abuso di posizione dominante e un’eventuale appropriazione indebita da parte dell’istituto a danno di queste persone». Per Adiconsum e Cisl, l’operato dell’Inps è in contrasto con quanto definito dalle norme in materia pensionistica e da sentenze della Corte Costituzionale, che hanno affermato come sia impignorabile la parte della pensione, assegno o indennità necessaria per assicurare al pensionato i mezzi adeguati al proprio sostentamento, che corrisponde a circa 516 euro. «L’Inps – ha denunciato Antonio Galatro, presidente di Adiconsum Salerno – nonostante le nostre ripetute segnalazioni ha continuato a trattenere il quinto dell’importo totale lordo della pensione senza considerare il minimo impignorabile stabilito dalla normativa».

E così su pensioni lorde di 800 euro, l’istituto di previdenza sociale ha continuato a praticare trattenute tra i 150 e i 200 euro, quando invece avrebbe dovuto detrarre somme che superano di poco i 50 euro. «Un vero e proprio sopruso» secondo Galatro.

Ora la questione passa nella mani della Procura, che avrà il compito di accertare quanto denunciato da sindacato e associazione dei consumatori, avviando una serie di indagini che pottranno portare a un procedimento penale e, alla fine, al risarcimento delle somme ai pensionati che in questi due anni si sono visti decurtare alla fonte le loro pensioni per colpa – così si era difesa l’Inps di Salerno in uno dei pochi incontri avuti con Cisl e Adiconsum – di un programma informatico obsoleto che non consentiva l’aggiornamento dei parametri per la sottrazione del quinto della pensione. Una spiegazione che adesso dovrà essere ripetuta al magistrato che si occuperà del caso, e che dovrà decidere se portarlo in un aula del tribunale penale.

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