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Marrazzo rimane ai domiciliari

I giudici del Riesame, però, dissequestrano le sue aziende

PAGANI. Contro di lui un’ordinanza cautelare ai domiciliari e il sequestro delle società per aver violato un’interdittiva antimafia. Il Tribunale del Riesame di Salerno si è espresso sul ricorso presentato dagli avvocati dell’imprenditore edile Francesco Marrazzo, titolare della torretta Cave. I giudici del tribunale della libertà hanno disposto il dissequestro delle società ma hanno confermato la misura restrittiva.

I provvedimenti erano arrivati nel mezzo di una indagine della Dda, che eseguì l’ordinanza ai domiciliari nei suoi confronti e il sequestro preventivo per cinque aziende.

L’attività investigativa ebbe origine dall’emissione di un’interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Salerno nel 2006, seguita da un procedimento di prevenzione, con gli inquirenti a ricostruire successivamente il contestato modus operandi di Marrazzo, basato su subappalti e ripartizione di lavori a ditte satellite. Secondo la Dia, dopo la misura interdittiva antimafia del 2006 emessa per la Torretta Cave snc, l’attività della ditta proseguì mediante altre società quali la Mar.Sal del figlio Salvatore Marrazzo, trentaduenne, la Ge.Pa di Pagani, sempre riconducibili a Franco Marrazzo.

Quando queste due ditte vennero interdette col blocco dei subappalti per i lavori salernitani e la revoca dei lavori in Piazza Della Libertà, venne costruita una nuova schermatura attraverso la costituzione di altre due ditte, la Ena costruzioni srl e la Co.Ge per continuare a lavorare a Salerno.

(a. t. g.)

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