«Mario sia un esempio per tutti» 

A Battipaglia l’ultimo saluto a Mellone “rivoluzionario” patriarca dell’agricoltura

BATTIPAGLIA. Piangono tutti, perfino i compagni di classe dei nipoti, attorno alla cassa di legno che ospita la salma del cavaliere Mario Mellone, il visionario imprenditore che s'è spento a 95 anni dopo aver rivoluzionato l'agricoltura e la zootecnia del sud Italia. Alle 16 di un afoso lunedì, la Piana del Sele saluta il suo patriarca, il Cavaliere del Lavoro che, forte dei suoi brillanti studi in agraria, importò nuove tecniche di fertirrigazione e di bonifica nel Mezzogiorno, finendo alla ribalta nazionale.
Ci si ritrova a Battipaglia, nell'enorme chiesa di "Santa Maria della Speranza": sul sagrato, in attesa che la salma arrivi dalla tenuta Mellone, lungo la periferica Spineta, si formano dei capannelli, e ognuno racconta un ricordo della vita infinita del cavaliere che cambiò la Piana. Parlano di lui perfino i mattoni della chiesa: «Dio sa che questo fabbricato è stato innalzato pure grazie alle generose donazioni di Mellone», dice il parroco, padre Vincenzo Sirignano, alzando lo sguardo verso il soffitto. Nell'aula liturgica ci sono centinaia di persone: c'è il gotha dell'imprenditoria, locale e non. C'è Marco Salvi, presidente nazionale di Fruitimprese, e poi si vedono tanti rappresentanti di associazioni di categoria: il presidente del Consorzio di bonifica in destra Sele, l'ebolitano Vito Busillo, numero uno di Coldiretti Salerno; Rosario Rago, dalla giunta nazionale di Confagricoltura, in compagnia del numero uno della sezione salernitana dell'organizzazione, il battipagliese Antonio Costantino. C'è Francesco Santese, noto imprenditore della capofila della Piana. Mancano le amministrazioni locali, ma ci sono degli ex sindaci: si vedono Enrico Garofalo, ex primo cittadino battipagliese, e Gerardo Rosania, storica fascia tricolore ebolitana. «Ora il cavaliere Mario s'è ricongiunto con la sua adorata Marina, morta diciotto anni fa», dice padre Sirignano. In prima fila ci sono la moglie del cavaliere, Anna Bracale, e i suoi figli, Giancarlo e Paolo, co-presidente dell'organizzazione di produttori "Armonia". A presiedere la messa è don Fernando Lupo, parroco di Taverna e amico di famiglia di lunga data. «Mario sia un esempio», conclude don Fernando. La Piana del Sele non lo dimenticherà mai.
Carmine Landi
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