Mariniello verso l’abbreviato 

Usura e camorra: i legali hanno chiesto complessivamente cinque riti alternativi

Si chiuderà il prossimo diciotto settembre con le decisioni del Gup, l’udienza preliminare per il processo contro Macario Mariniello e la sua famiglia, finiti nei guai a vario titolo per una vicenda di usura aggravata dal metodo di camorra. La difesa, rappresentata dal legale Gregorio Sorrento, ha chiesto il rito alternativo per cinque imputati, con l’abbreviato condizionato per Mariniello, 60 anni, ex esponente della Nco, il rito abbreviato semplice per Gaetano Pellegrino, 51, Maurizio Pellegrino, 44, e Maria Teresa Pellegrino, 46, tutti di Nocera Inferiore, e il patteggiamento per il trentaseienne Carmine Afeltra.
Nella prossima udienza il giudice deciderà per quanto riguarda le altre posizioni, destinatarie della richiesta di rinvio a giudizio, tra le quali spiccano quella di Vincenzo Del Grande, 75 anni, Mario Longobardi, 46, di sei presunte vittime di usura che però negarono i fatti, per Giuseppe Mariniello, Michele Romeo e Silvana Santonicola.
All’indomani del blitz eseguito nella scorsa primavera, il pluripregiudicato Macario Mariniello era in Spagna, a Las Palmas, nelle isole Canarie, dove lavorava come cuoco. L’inchiesta per usura svolta da una squadra del comando provinciale carabinieri di Salerno ricostruì presunti prestiti dati al 6 per cento di interesse al mese, superando un tasso dell’800 per cento annuo, e per estorsioni, tentate o consumate, finalizzate al recupero dei soldi prestati. L’arresto di Mariniello avvenne con l’esecuzione di un mandato di arresto europeo da parte della polizia spagnola, con le accuse contestate ai destinatari delle misure cautelari, alcune delle quali ancora in atto, di estorsione ed usura aggravata dall’articolo 7. L’indagine riguardò 18 indagati, di cui sei per false dichiarazioni: questi ultimi, secondo le accuse, nelle fasi cruciali dell’inchiesta negarono di essersi rivolti ad altri dei coinvolti per avere prestiti usurai, con tutta probabilità per paura di ritorsioni.
I carabinieri effettuarono anche due sequestri, per un totale di circa 350mila euro alla famiglia Mariniello, muovendo contestazioni al fratello di Macario, Giuseppe Mariniello, finito indagato a piede libero e accusato di aver eluso una misura di prevenzione, attestando fittiziamente il 20 per cento della sua srl, la Nocerina Calcestruzzi, alla compagna convivente.
Agli atti dell’indagine che mette al centro la famiglia Mariniello, anche intercettazioni ambientali e telefoniche, con importante documentazione indiziaria e un libro mastro trovato in casa sua, a Nocera Inferiore, durante il blitz, divenuto prova da analizzare per ricostruire il giro criminale. Successivamente i giudici del Tribunale della libertà annullarono l’aggravante del metodo mafioso, confermando per tutti le restrizioni iniziali.
Il collegio difensivo impegnato della fase giudiziaria attuale comprende, con l’avvocato Sorrento i legali Antonio Sarno e Giacomo Morrone, tutti del foro di Nocera Inferiore.
Alfonso T. Guerritore
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