Marea di giovani contro i tagli alla scuola pubblica

Oltre tremila studenti hanno sfilato lungo le strade del centro di Salerno per protestare contro i tagli alla scuola pubblica. Con i ragazzi anche insegnanti e ricercatori che hanno attraversato la cittá da piazza Vittorio Veneto fino a piazza Portanova. Slogan contro il ministro Carfagna all’altezza della sua sede politica. Intanto all’Universitá stop alle lezioni anche a Scienze della Formazione

• Una freccia che punta dritto verso il futuro degli studenti. Era il simbolo sulle bandiere dell’ "Unione degli Studenti", associazione che coordina gli istituti superiori. Se ne distinguevano a decine, portate in alto con orgoglio, ieri mattina dagli studenti delle scuole di Salerno e provincia al corteo contro il ddl Gelmini. Si sono dati appuntamento alle 9.30 in Piazza Vittorio Veneto per manifestare contro la caduta verticale dell’offerta formativa e i tagli dei fondi per l’istruzione. C’erano soprattutto loro, gli studenti degli istituti superiori, ma anche tantissimi insegnanti (l’ex sessantottino Ernesto Scelza del "Da Procida", Matteo De Cesare del "Da Vinci"), e docenti e ricercatori dell’Universitá degli studi di Salerno.

• Secondo gli agenti della questura in prima mattinata all’altezza di piazza Vittorio Veneto, nel primo tratto del corso Vittorio Emanuele, erano almeno duemila. Ma quando il corteo più tardi si è mosso in direzione di piazza Portanova, e durante, il percorso il numero è cresciuto vertiginosamente. Un fiume di circa tremila studenti, secondo alcuni esponenti della Flc-Cgil, quelli dell’ateneo in numero nettamente inferiore (ma non mancava all’appello "Unisa in protesta") e ricercatori.

Nonostante problemi di natura diversa hanno una cosa in comune. Chiedono fondi, gli istituti superiori per l’edilizia scolastica e il sostegno alle famiglie meno agiate che hanno difficoltá a mantenere i figli a scuola, oltre a lamentarsi del costo elevato dei testi scolastici. Invece i ricercatori temono di scomparire dagli atenei perché ddl e finanziaria vanno a sfoltire la parte vitale dell’universitá lasciando sul lastrico la ricerca. "Non è l’Italia, cantata male dal nipote del re, che ha consentito le leggi razziali, ma è l’Italia che protesta", era uno degli striscioni dei ragazzi delle superiori che sfilavano in contemporanea ad altre ottantatré piazze in tutta Italia.

• In corteo c’era Angelo Capezzuto, segretario generale Flc-Cgil: «Abbiano proclamato lo sciopero della prima ora e si ripeterá ciclicamente ogni quindici giorni». Dunque docenti di ogni ordine e grado giá ieri hanno saltato la prima ora di lezione e molti insegnanti, abbandonate le aule, erano a manifestare. Un momento di forte contestazione è nato spontaneo sotto la sede, che inaugura oggi al Corso, del ministro Mara Carfagna, con cori di protesta. Lo studente Davide Criscito di "Unione Studenti" diceva «siamo tutti qui, zona orientale, Severi, Nautico, Alfano I, Da Procida, Tasso, Da Vinci, Regina Margherita, l’istituto d’arte». Il "Filiberto Menna", infatti, è stato uno dei primi a paralizzare il traffico in via Dei Principati alle 9 per raggiungere il corso. A detta di Criscito «le nostre scuole cadono a pezzi, ci hanno tolto otto miliardi per l’edilizia e si vede». Rossella Puca del "Virgilio" di Mercato San Severino confermava «non abbiamo aule e palestra». Il corteo si è concluso con il sit-in piazza Portanova. Sulla testa degli studenti campeggiava la luminaria del "Giardino incantato", invece loro con consapevolezza si sono alternati durante il dibattito.
Marcella Cavaliere

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