LA POLEMICA

Mare sporco? L'assessore accusaabusivi e condotte della Costiera

Argentino: "Il depuratore di Salerno è a posto, ma nelle tubazioni sottomarine di Vietri e Minori ci sono falle"

Acqua marrone in entrata, limpida in uscita. Per testimoniare che il depuratore funziona, che i lavori sono finiti e che dei relativi disagi è valsa la pena, la società di gestione Siis ha organizzato ieri mattina una visita guidata per operatori balneari e giornalisti, con tanto di prelievi e ampolle per testare la qualità del trattamento.Irisultati si vedono, ma l’acqua trasparente che si preleva a fine ciclo non è la stessa del mare salernitano.Lo sanno bene i gestori dei lidi e, soprattutto, i bagnanti, che da inizio estate lamentano chiazze scure e sporcizia.
«Il depuratore funzionava già prima e ora funziona meglio - assicura il presidente della Siis, Ferdinando Argentino - Il problema è che qui confluisce solo un decimo delle acque che giungono a mare. Non ci arrivano i fiumi (e sarebbe anche normale se non fosse che su questi corsi si riversano scarichi illegali) e non ci arrivano tanti reflui di altri comuni».
Sotto accusa c’è soprattutto la Costiera amalfitana, servita da condotte sottomarine. «Dovrebbero sbucare molto al largo, ma dalle notizie che abbiamo ci sarebbero delle falle sia sulla condotta di Minori che su quella di Vietri. Le correnti fanno il resto, e quello che esce da lì approda sul litorale di Salerno».
Con Vietri c’è un accordo per l’allaccio al depuratore, i lavori sono in corso e la Siis sta adeguano le pompe di sollevamento per ricevere quello che arriva dalla rete fognaria della cittadina. «Ma neanche questo basterà - avverte Argentino - se non si chiudono tutti gli sversamenti illegali, di abitazioni e attività produttive, che insistono su fiumi e torrenti». Da due anni la Procura sta monitorando fiumi e litorale alla ricerca degli scarichi fuorilegge, ma finora lo stato di salute del mare non è migliorato, pur rientrando nei limiti nella balneabilità. «Si dovrebbero utilizzare i satelliti - esorta il presidente della Siis -. Solo così si potrebbe monitorare i fiumi 24 ore su 24 e individuare tutti gli illeciti. E poi c’è un problema di legislazione a maglie larghe. Sul pretrattamento dei reflui, ad esempio: noi lo facciamo, ma non sappiamo se lo fa anche chi usa le condotte sottomarine».
Di maglie, intanto, l’impianto di depurazione ha stretto le sue, riducendole da 2,5 centimetri a 1,2, per trattenere meglio i corpi solidi prima del trattamento dei liquami. Questo restringimento, con la collocazione di nuove griglie alle vasche dell’impianto, è stato uno degli obiettivi dell’intervento straordinario eseguito nei giorni scorsi. Una manutenzione che mancava da 25 anni, al punto che le vecchie barriere nemmeno chiudevano bene sul pavimento delle vasche, lasciando passare una parte di solidi. Ora non è più cosi, ma perché il mare diventi cristallino ci sarebbe da intervenire su tutto il ciclo, reti comprese. Sarebbe il compito della Siis come gestore unico delle acque, ma finora alla società hanno aderito solo tre comuni e per gli oneri di depurazione gli enti locali sono debitori di 14 milioni di euro.