Mare sporco e depurazione Impianti insufficienti e “illegali”

I dati di Legambiente e Arpac mostrano la gravità della situazione idrica in provincia di Salerno. I problemi maggiori in Costiera amalfitana e nella zona dei Picentini

SALERNO. Sono circa duecento gli impianti di depurazione in provincia di Salerno, ma che non bastano a garantire una buona qualità delle acque. Perché, in molte aree, sono insufficienti rispetto al reale carico depurativo e perché sempre più spesso non risultano a norma. Per rendere l’idea dello stato di profonda criticità in cui versa la provincia, basta riportare i controlli eseguiti dall’Arpac nel corso del 2011: su 74 ispezioni svolte, il 57 per cento dei depuratori è risultato “non conforme”. Il numero viene fornito da una rielaborazione effettuata da Legambiente Campania sui dati raccolti dall’agenzia regionale.

Dal report, la situazione più critica resta quella della Costiera Amalfitana, dove il deficit depurativo è di 104.631 abitanti equivalenti (termine che indica il carico convogliato in fognatura, unità di misura nei sistemi di depurazione). Secondo i dati Arpac, infatti, la potenzialità dei depuratori presenti in Costiera amalfitana è di poco più di 118mila abitanti equivalenti, a fronte di una totale urbano stimato di circa 223mila.

Anche il depuratore della zona industriale di Salerno, per Legambiente, «non è nelle condizioni di rispettare pienamente i limiti di legge e dovrebbe essere adeguato sia per l’abbattimento dei nutrienti che delle emissioni odorigene moleste», aggiunge Chiavazzo. Anche qui i controlli dell’Arpac sono risultati per il 29 per cento “non conformi” nel 2011: su sette ispezioni effettuate, due non hanno superato le prove.

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