IL CASO

Mare a ostacoli, ora ritornano i divieti

Contaminazione al doppio dei limiti, stop alla balneazione per 600 metri. Il Comune chiede controanalisi: «Dati anomali»

Anche per quest’estate tuffi a mare a ostacoli a Battipaglia. Cinquecentonovantacinque metri di costa sono stati dichiarati non balneabili nei giorni scorsi a seguito d’un’ordinanza firmata dalla sindaca Cecilia Francese : da Foce Tusciano fino a Masseria Spineta l’acqua non è praticabile. Lo scorso 13 luglio i rilievi dell’Arpac, l’Agenzia che s’occupa della protezione ambientale per conto della Regione, hanno dato esito negativo. Il valore di escherichia coli , il batterio che indica pure la contaminazione fecale dei mari, presente nelle acque battipagliesi è schizzato alle stelle, facendo registrare numeri ben oltre la soglia: 1.013 per l’esattezza, quasi il doppio rispetto al limite a quota 500. In località Spineta Nuova non ci si potrà bagnare.

Un incubo che non vuole abbandonare balneatori e cittadini che ogni estate, in quella zona, si ritrovano a fare i conti con il divieto di entrare in acqua. Gli anni consecutivi col divieto di bagnarsi, nella città capofila della Piana del Sele, oramai non si contano più. Ma l’amministrazione vuole provare subito a correre ai ripari. Dagli uffici comunali fanno sapere che sono state già richieste delle controanalisi per verificare il reale tasso d’inquinamento. I tecnici dell’Ente sono certi che si tratti di un’anomalia considerando che vicino alla foce l’acqua è pulita, mentre proseguendo verso il lido Spineta, in direzione sud, l’inquinamento di escherichia coli è, come evidenziato, molto alto.

L’area di Spineta Nuova, che comincia 200 metri a sud della foce del Tusciano e termina due centinaia di metri prima dell’incrocio tra la litoranea e via Spineta, è bagnata da acque contaminate: se gli enterococchi intestinali sono al di sotto della soglia, 150 a fronte del valore limite di 200 unità, l’escherichia coli dilaga doppiando i massimali nel tratto che parte 200 metri a Nord di via Spineta e termina a Masseria Spineta. Nell’altro tratto, invece, che comincia 200 metri a sud della Foce Tusciano e termina in via Spineta i valori non superano la soglia ma il divieto persiste come da oltre dieci anni a questa parte poiché si tiene in considerazione lo storico.

Una bandiera, nera, che accende i riflettori sul problema atavico dell’impianto di depurazione in località Tavernola, i cui lavori di adeguamento, co-finanziati dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Campania, si conclusero nel 2018 e costarono circa 3 milioni di euro. L’impianto non è mai stato adeguato: la linea dei fanghi e la gestione delle acque meteoriche sono obsolete. L’idea dell’amministrazione Francese fu d’appellarsi alla Regione, chiedendo di attingere ai 507mila euro avanzati dai lavori di adeguamento del depuratore. Ben 275mila euro di economie di gara e 232mila di economie d’appalto venuti fuori dall’aggiudicazione dei vecchi lavori alla “Tecnobuilding srl”. Una delibera posta anche all’attenzione del presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca , ma un iter che nei fatti non è mai partito. Il depuratore, nato nel 1970, e concepito per lavorare 40 litri al secondo in proporzione al numero di abitanti dell’epoca, oggi ne potrebbe trattare 200. Ma la linea dei fanghi è rimasta calibrata su quel quantitativo, e i liquami continuano a essere sversati nel Tusciano. Le speranze che riprenda a funzionare correttamente sono legate ai vertici regionali. Intanto i battipagliesi, e gli operatori del settore, sono costretti nuovamente a fare i conti con lo stop ai tuffi. Un divieto lungo mezzo chilometro.

Paolo Vacca