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Marco sgozzato a vent’anni dall’ex della fidanzata

Ritrovato ieri il corpo del giovane scomparso nella serata di giovedì In stato di fermo un 25enne tunisino che lo aveva più volte minacciato

AGROPOLI. Ha cercato di scappare dal suo aguzzino, dopo essere stato ferito alla gola da un fendente, ma non c’è l’ha fatta: è morto così Marco Borrelli, un 20enne di Agropoli. Il suo corpo è stato trovato ieri pomeriggio in una stradina, nei pressi del Parco Le Ginestre, sotto ad un cavalcavia. A dare l’allarme, intorno alle 15, un residente della zona, il quale, mentre portava a spasso il proprio cane, ha notato delle tracce di sangue sull’asfalto, e poco distante, ha visto qualcosa di strano che fuoriusciva dai rifiuti. Scattata la segnalazione, sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Agropoli, diretti dal capitano Francesco Manna, che scavando tra il materiale di risulta e la vegetazione, hanno rinvenuto il cadavere del giovane.

Marco Borrelli era scomparso da casa giovedì intorno alle 20. Le ricerche erano scattate in mattinata, ad opera di carabinieri e Protezione civile, ma non avevano dato esito. Poi è giunta la segnalazione, con il successivo rinvenimento del cadavere. Sul posto si sono recati anche il medico legale Adamo Maiese e il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Per i rilievi sono intervenuti i carabinieri della Scientifica di Salerno, che hanno repertato i vari indizi presenti sulla scena del crimine, ricostruendo la dinamica dell’omicidio.

Dopo aver ascoltato alcuni testimoni e sulla scorta di alcuni riscontri oggettivi, i militari hanno fermato un tunisino, M. N., 25 anni, amico della vittima. Il movente sarebbe passionale: il giovane agropolese intratteneva da tempo una relazione con l’ex compagna del tunisino. Questi, già più volte avrebbe minacciato il ventenne. E, giovedì sera, sarebbe passato dalle parole ai fatti. Ad uccidere Borrelli sarebbe stato un fendente alla gola, ma sarà l’autopsia – che verrà effettuata lunedì – a chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti. L’orario della morte del giovane è collocato intorno alle 20-21 di giovedì. Il ventenne agropolese avrebbe incontrato il suo assassino, sarebbe seguita una colluttazione e il tunisino avrebbe estratto il coltello, colpendo il giovane alla gola con un solo colpo. Borrelli, pur perdendo molto sangue, ha cercato di scappare verso una strada sconnessa, ma percorsi circa venti metri sarebbe caduto. Da lì a poco, nel giro di venti minuti, è sopravvenuta la morte.

Ieri, fino a tarda sera, il procuratore capo della Procura di Vallo della Lucania, Paolo Itri, e il capitano Manna, hanno messo sotto torchio il tunisino, che risiede da anni ad Agropoli, per spingerlo a confessare. Dall’esito dell’interrogatorio, il 25enne è stato posto in stato di fermo. Gli investigatori stanno cercando di capire anche cosa abbia fatto dopo l’assassinio e se altre persone fossero al corrente di quanto accaduto.

L’omicidio ha sconvolto la comunità agropolese, ancora incredula per un evento di tale brutalità, figlia di un odio covato, probabilmente, da molto tempo. In preda alla disperazione la famiglia del giovane. Il padre di Marco, molto conosciuto ad Agropoli poiché gestisce un rimessaggio barche, già qualche tempo fa fu vittima di un episodio di cronaca: alcuni camion, che erano presenti all’interno della sua ditta, improvvisamente presero fuoco. L’uomo riferì agli inquirenti di non essere mai stato minacciato e di non aver subito intimidazioni. A seguito del ritrovamento del corpo del figlio, ieri pomeriggio è stato convocato in caserma. Qui gli è stata comunicata la tragica notizia.

 

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