La polemica

Marco Senatore difende il no ai migranti

La polemica sull’accoglienza ai migranti non accenna a diminuire. Dopo la petizione promossa dall’ex assessore Alfonso Senatore, a capo dell’associazione Città Unita, nella quale si chiede al sindaco...

La polemica sull’accoglienza ai migranti non accenna a diminuire. Dopo la petizione promossa dall’ex assessore Alfonso Senatore, a capo dell’associazione Città Unita, nella quale si chiede al sindaco Vincenzo Servalli di rifiutare l’ospitalità ai migranti, ieri Marco Senatore, fratello di Alfonso ed ex assessore nella giunta Galdi, è ritornato sull’argomento evidenziandone, in una nota, alcuni aspetti.

«L’iniziativa di Città Unita non è affatto mossa da motivazioni razziste – scrive Senatore – il problema di fondo non è l’accoglienza in sé, che è un principio umanitario e cristiano non discutibile. La questione è un’altra, ovvero fino a quando il nostro Paese e le diverse comunità locali possono sostenere un simile urto migratorio». E ancora: «In discussione è la qualità della nostra vita nel suo complesso. Occorre avere l’onestà di riconoscere che dobbiamo puntare a un’accoglienza sostenibile, cioè sopportabile dalla nostra capacità socio-economica».

Senatore ammette che «la questione migranti non si risolve con una petizione popolare, ma è anche vero che se ogni comunità locale contrastasse la politica governativa dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, allora cambierebbe l’atteggiamento del governo».

Poi l’attacco frontale a Servalli: «Più che a tutelare la comunità cavese, appare assai più interessato a salvaguardare e accrescere il proprio prestigio e la propria posizione politica nell’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani, che ha raggiunto con il ministro dell’interno, Marco Minniti, l’accordo sulla distribuzione dei migranti sul territorio. Quindi sì all’accoglienza, ma a condizione che il fardello sia equamente suddiviso. Fino a quando questo non avverrà, mi sembra giusto lottare per salvaguardare la nostra piccola realtà».(a. c.)

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