Marasca, ribes e nocciola nei 15 uomini di Russo

L’azienda della Valle dell’Irno è leader nella produzione di grappe

di Barbara Cangiano

Fu nonno Vincenzo, nel 1936, a fondare, a Nocera Superiore, la prima distilleria Russo. Sono passati quasi settant’anni e suo nipote (che oltre al nome gli ha “rubato” anche la determinazione e la capacità manageriale) oggi produce circa un milione di bottiglie, duecentomila delle quali rigorosamente di grappa. «Da un anno siamo soci dell’Enoteca provinciale - ha spiegato Vincenzo Russo, (foto) titolare dell’azienda che oggi sorge in località Monticelli di Sotto, a Mercato S. Severino - La grappa nasce dalle vinacce, dunque facciamo parte anche noi della ricca e complessa filiera del vino, tant’è che partecipiamo a diverse fiere del settore, a partire dal Vinitaly».

Per lo stoccaggio e la fermentazione, l’antica distilleria Russo utilizza un sistema all’avanguardia, il cosiddetto Grappasystem che serve ad assicurare «il pieno controllo biologico e l’indispensabile tracciabilità della materia prima» spiega. La distillazione viene fatta con impianti continui e discontinui sottovuoto, che vengono gestiti con software d’avanguardia sotto la guida attenta del maestro distillatore Fabio Ascione. Sono tanti i vitigni che finiscono in una struttura che offre lavoro a diciotto persone, impegnate nelle varie fasi della lavorazione: Greco di Tufo, Aglianico, Falanghina, Fiano, Gragnano e Piedirosso. Sono il frutto dell’impegno e della passione di diverse aziende vitivinicole del nostro territorio, ma anche delle altre province campane. Da Greco, Falanghina e Fiano, nasce la grappa da bacca bianca; da Aglianico, Piedirosso e Gragnano quella da bacca rossa, divise in due distinte linee di produzione, Le Guarattelle e Monocore, mentre la punta di diamante è senza dubbio 15 uomini, un blend di Greco di Tufo, Piedirosso ed Aglianico, che viene fatto invecchiare in botti di rum caraibico per un periodo che oscilla dai 12 ai 18 mesi.

Il nome è preso in prestito al wine bar dove la distilleria di S. Severino accoglie clienti, esperti e semplici appassionati per degustazioni e vendite dirette. Si tratta di una acquavite molto particolare, che si ottiene dalla distillazione di vinacce e fecce. Nocciola, tabacco, erba fresca, marasca e ribes sono i sentori che caratterizzano un prodotto decisamente aromatico, che ha conquistato sia i mercati nazionali che quelli esteri. L’antica distilleria Russo, infatti, esporta metà del proprio fatturato al di là delle Alpi, in particolare tra Spagna, Inghilterra, Cina, Honduras, Svizzera, Russia. «L’altra metà - sottolinea Russo - resta sul territorio nazionale, tra enoteche e grande distribuzione». Il successo è frutto di una serie di eccellenze che vanno dalla . identificazione dei vitigni autoctoni campani e rigorosa selezione dei migliori produttori, alla gestione dei trasporti delle vinacce dalla cantina del produttore alla distilleria, a cura di Campania Acquaviti al fine di assicurare alla distillazione vinacce freschissime. Altra caratteristiche dell’Antica distilleria Russo è che l’imbottigliamento viene effettuato direttamente nel luogo di produzione «con i migliori sistemi per il controllo qualità e della massima tracciabilità dei prodotti fino al consumatore finale».

Un universo spesso sconosciuto, sicuramente meno pubblicizzato rispetto a quello ben più famoso che accompagna la lavorazione dei grappoli destinati a finire nel calice da vino, ma non per questo meno affascinante. «Spesso ospitiamo visite di gruppi turistici e di scuole, allievi dell’alberghiero e di altri istituti professionali, intenzionati a vedere da vicino gli impianti e le tecniche di lavorazione dei nostri prodotti», racconta Russo. Non a caso nella struttura di Monticelli di Sotto è possibile partecipare a veri e propri tour del gusto, ma anche a percorsi guidati per chi, oltre a soddisfare il palato, vuole inebriare la propria curiosità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA