IL BLITZ

«Marandino sta male», chiesta una perizia: salta l’interrogatorio

L’ex boss della Nco è detenuto nel carcere di Secondigliano. Il figlio ai domiciliari ha scelto di rimanere in silenzio dal gip

CAPACCIO PAESTUM - Salta l'interrogatorio di garanzia dell’ex boss della Nco, Giovanni Marandino , l’84enne di Ponte Barizzo, arrestato mercoledì mattina dai finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria di Salerno perché indagato di usura in concorso con il figlio, Emanuell Marandino , 40 anni, che si trova agli arresti domiciliari. Le sue condizioni di salute, dovute anche all’età avanzata, non gli permettono di essere davanti al gip Alfonso Scermino del tribunale di Salerno, neppure in video conferenza come inizialmente previsto. Marandino, dopo l’arresto è stato trasferito al centro medico del carcere di Secondigliano, a Napoli.

La perizia psichiatrica. I suoi legali - gli avvocati Enrico Giovine ed Arnaldo Franco - hanno avanzato al gip richiesta di una misura cautelare meno afflittiva e una perizia per stabilire se “ Zì Ninunuccio ” è nelle condizioni di stare in carcere, benché in un settore medico, nonché per verificare lo stato mentale dell’indagato, considerate le patologie che lo affliggono, e la capacità di poter stare a processo. In particolare, è stata proposta la soluzione degli arresti domiciliari presso l’abitazione di una parente che non vive a Capaccio, località che, secondo gli inquirenti, è il suo piccolo “feudo”, nonché “centro logistico” delle attività di usura.

Pile di carte e migliaia di file. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, il figlio Emmanuell Marandino che si trova ai domiciliari con il braccialetto elettronico. L’indagato si è detto disponibile a tornare dal gip per sottoporsi ad un eventuale interrogatorio, ma dopo aver preso visione degli elementi di prova depositati solo l’altro ieri dal pm della Dda di Salerno, Francesca Fittipaldi , titolare del fascicolo sul giro di usura e riciclaggio che ruota intorno alla figura del vecchio boss Marandino, ritenuto negli anni Ottanta il riferimento di Raffaele Cutolo nella Piana del Sele. In effetti, la difesa di Marandino junior si è trovata davanti ad oltre 66mila pagine di verbali, informative e trascrizioni varie. Nonché di fronte ad un numero smisurato di file audio e video delle attività tecniche svolte dai finanzieri dal 2018 al 2020.

La genesi dell’indagine. Contrariamente a quanto può apparire dall’intesa fase investigativa delle Fiamme gialle sui movimenti finanziari illeciti contestati ai Marandino, l’attività intercettiva in origine veniva autorizzata per un’altra inchiesta in cui si ipotizzavano a carico dell’ex boss e di vari soggetti le accuse di turbativa d’asta, fittizia intestazione di beni e falso in atto pubblico, il tutto aggravato dal “metodo mafioso”. L’altra inchiesta prendeva piede dalla denuncia di due ebolitani - un professionista e un grosso allevatore di bufale sull’asta fallimentare per un’azienda bufalina di Capaccio Paestum che sarebbe finita nell’interesse di Marandino padre. Una storia che nasce nel 2012 quando l’azienda bufalina intestata alla moglie del denunciate finisce sotto custodia giudiziaria per le difficoltà nel fare fronte alle rate di un mutuo e sei anni dopo viene acquisita da un imprenditore alle buste.

La rete usuraia. L’inchiesta sull’usura è riferita al periodo compreso tra il giugno del 2019 e l’aprile 2020. Nel lungo lavoro di intercettazioni ambientali e telefoniche, anche con l’ausilio del famigerato “trojan” - lo “spyware” inoculato nel telefono del figlio Emanuell Marandino, gli investigatori hanno raccolto elementi di prova tali per ricostruire la holding dell’usura che gravitava intorno a “ Zi Ninuccio ”. Ben nove, all’inizio del dicembre scorso, sono state le richieste di misura cautelare avanzate dal pm. Oltre ai due Marandino, che avevano un ruolo apicale, sono indagati Ada D’Agostino , moglie di Giovanni Marandino, Nicola Polito , imprenditore capaccese, sua sorella Marianna Polito , ex consigliere comunale, Paolo Aprano , originario di Cercola, ma residente nella città dei Templi, Giovanni Scorziello , di Altavilla Silentina e Ciro Acciaio di Casoria.

Massimiliano Lanzotto