mostra al marte di cava

Mangone e l’amore per le città «Rappresentano il movimento»

CAVA DE’ TIRRENI. Un lungo racconto sulla civiltà contemporanea, condotto sul filo della reinterpretazione della realtà che, a sua volta, è letta in un’ottica istintiva dove la passionalità dell’artis...

CAVA DE’ TIRRENI. Un lungo racconto sulla civiltà contemporanea, condotto sul filo della reinterpretazione della realtà che, a sua volta, è letta in un’ottica istintiva dove la passionalità dell’artista “di strada” prevale sulla ragione. E’ questo il tratto distintivo della mostra pittorica “Mari, Miti e Città” dell’artista Alfonso Mangone, che sarà inaugurata venerdì prossimo, alle 19,30, alla mediateca “Marte” di corso Umberto I.

L’esposizione – che rientra nella rassegna d’arte curata dalla Fornace Falcone di Montecorvino Rovella – pone l’accento sulla vocazione espressionista del maestro di Altavilla Silentina, che ha scelto di ritrarre la civiltà contemporanea con occhio fotografico e lontano dagli stereotipi turistici. Nell’esposizione Mangone porta all’estremo il concetto di viaggio, di esperienza umana che muove dall’interno dell’anima per poi esternarsi al mondo esterno, attraverso la rappresentazione dei luoghi in cui ha vissuto. Questo al pari degli espressionisti del Novecento, che esprimevano tensioni, sentimenti e stati d’animo attraverso la violenza del colore, la sintesi della forma, l’incisività del segno, realizzando come soggetti i paesaggi, le scene di vita quotidiana e le città. In tutto saranno esposte quindici opere su tela, eseguite con tecnica ad olio e acrilico. Di queste dodici cristallizzano il profilo di dodici città italiane ed internazionali - tra cui Milano, Venezia, Roma, Bologna, ma anche Amsterdam e Berlino dove l’artista ha vissuto - immortalando architetture metropolitane, strade e scorci poco conosciuti. Tre, invece, compongono un trittico di natura religiosa in cui vengono ritratti tre personaggi che sono vissuti nel Novecento ed a cui è indirizzata una particolare devozione popolare, ossia Giovanni Paolo II, Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta. «Ho scelto di raccontare le civiltà del presente e del passato e, quindi, del futuro – ha sottolineato Mangone - La mia linea artistico-culturale si è sempre inserita nel discorso espressionista e mi sento molto vicino all’artista El Greco che, pur essendo un pittore del Cinquecento, è ritenuto un precursore di questo movimento artistico». L’artista ha, poi, spiegato il perché le città sono il suo soggetto pittorico preferito. «Ritraggo città perché sono movimento e il movimento è vita continua, al contrario del mito che è morte», ha puntualizzato.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 27 gennaio, nell’area espositiva della mediateca “Marte”. L’ingresso è gratuito.

Alfonsina Caputano

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