Mancano i posti nelle residenze Due malati rischiano il carcere 

Da venti giorni sono liberi nonostante il provvedimento di ricovero coatto per pericolosità sociale La Procura pronta a chiedere la custodia cautelare dei pazienti psichiatrici. E in arrivo ci sono altri casi

Rischiano di finire in carcere i due malati psichiatrici per i quali la Procura di Salerno cerca invano, da venti giorni, un posto in una Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Ancora ieri mattina nessuna disponibilità ad ospitarli era arrivata né dalla Campania né dagli altri quindici centri che il Ministero della Giustizia ha contattato in tutta Italia. Così nel palazzo di giustizia si sta cercando una strada alternativa, che eviti di lasciare completamente libere due persone che i giudici hanno dichiarato socialmente pericolose tanto da disporne il ricovero coatto. E la “soluzione” potrebbe essere quella del carcere, anche se certificherebbe di fatto il fallimento di una normativa che è stata voluta per superare gli Opg umanizzando l’assistenza e favorendo la terapia.
L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella di sostituire la richiesta della misura di sicurezza (disposta dai giudici ma tuttora inattuata) con quella di una custodia cautelare. Anche in questo caso i due destinatari dovrebbero essere collocati in una Rems, tuttavia nel frattempo che una di queste strutture si renda disponibile i pazienti non resterebbero liberi ma potrebbero essere condotti nella casa circondariale, dove è stata ricavata un’area con otto posti letto dedicata proprio ai malati di menti in transito verso le residenze assistite. Quanto poi vi resterebbero non è dato saperlo, visto che la casistica di chi resta in cella per mancanza di alternativa nelle Rems è già fin troppo ampia. Tuttavia è questa la via che si sta valutando di intraprendere in Procura, dove fino a ieri mattina ancora non erano giunte dal Ministero risposte positive.
I provvedimenti che hanno disposto il ricovero coatto riguardano un uomo e una donna, e sono stati firmati rispettivamente il 20 e il 25 settembre dai giudici delle indagini preliminari Vincenzo Pellegrino ed Elisabetta Boccassini. Da allora sono stati contattati prima i gestori delle quattro Rems campane (a San Nicola Baronia nell’Avellinese, Mondragone, Vairano Patenora e Calvi Risorta in provincia di Caserta) poi, dopo che tutti hanno spiegato di essere al completo, la palla è passata al Ministero della giustizia perché cercasse spazio nel resto della penisola. Ma anche in questo caso non si sono avuti risultati: dei quindici centri contattati hanno risposto finora solo in due, e spiegando di non avere spazio.
Intanto le richieste continuano ad aumentare e proprio a Salerno si attende per la prossima settimana l’emissione di almeno un’altra misura di sicurezza. Che farebbe salire a tre il numero di pazienti “socialmente pericolosi” in cerca di collocazione.
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