Manca il personale, chiudono gli uffici

Porte sbarrate all’Anagrafe di Palazzo di città. Al Condono solo due tecnici e diecimila pratiche in giacenza da anni

Due sportelli dell’Anagrafe chiusi al pubblico. Una giacenza di quasi diecimila pratiche ancora da esaminare sulle scrivanie dell’ufficio Condono. E lavoro arretrato che si accumula per l’Igiene urbana, le Manutenzioni, le Affissioni. Altro che efficienza amministrativa. I servizi al cittadino di Palazzo di Città si reggono su equilibri funambolici, perchè il personale è ormai ridotto al lumicino. E con le ferie estive da smaltire, il caos sembra assicurato. I sindacati lo denunciano da anni, ripetendo come un mantra che la pianta organica, in meno di un decennio, è passata da 2400 a 1130 unità, con più di un centinaio di dipendenti andati in pensione negli ultimi tre anni mai sostituiti, e duecento che di qui al 2018 diranno addio alla scrivania per sopraggiunti limiti di età. «Ci abbiamo messo mesi e mesi per far riaprire l’ufficio Anagrafe sotto i portici del Municipio e da qualche giorno già ha chiuso i battenti», sbotta il presidente del comitato di quartiere centro storico Ermanno Minoliti, che al sindaco Enzo Napoli chiede conto di quel cartello apparso all’ingresso, sul quale si legge “l’ufficio è chiuso fino a data da destinarsi”. Il perchè è presto detto: «Una delle tre dipendenti è andata in pensione. Gli altri due sono in ferie o in malattia», chiarisce il rappresentante della Cgil Angelo De Angelis. Agli utenti viene suggerito (come si legge su un secondo cartello) di recarsi in via Nizza o ai Picarielli. «Ma chi l’ha scritto ignora che gli uffici della zona orientale non rilasciano più certificati - incalza Gerardo Bracciante della Uil - perchè anche lì il personale è ridotto all’osso e dopo le aggressioni subìte da parte degli utenti snervati da attese infinite, non c’erano neppure i vigili urbani per garantire un presidio di sicurezza che pure era stato promesso dall’amministrazione». I residenti del centro, dunque, dovranno recarsi al Vestuti, «un danno per le persone anziane che con l’afa estiva e in una città senza mezzi pubblici sono costretti a sobbarcarsi una salita non indifferente», precisa Minoliti. Se la passeranno peggio i residenti di Ogliara: lo sportello, ieri mattina, era chiuso anche lì e quello più vicino si trova a Giovi. «Siamo allo sbando - denuncia Bracciante - Basti pensare che l’ufficio Condono ha una giacenza di quasi diecimila pratiche relative agli anni ’85, ’94 e 2001. I dipendenti sono solo due. Come possono mai smaltire gli arretrati che richiedono anche minuziose verifiche tecniche?». Il problema è stato più volte posto dai sindacati, ma il Comune sembra aver fatto sempre spallucce nonostante quelle diecimila pratiche potrebbero contribuire a rimpinguare le smagrite casse pubbliche, con i fondi degli abusi da legittimare e la relativa coda obbligatoria di Tasi, Imu e Tarsi. «Vogliamo parlare dell’Igiene urbana? - tuona De Angelis - I dipendenti operativi sono meno di una cinquantina. Sono tutti vicini alla pensione e fisicamente non ce la fanno più a gestire carichi di lavoro in continua crescita». Il risultato è visibile agli occhi di tutti: la città è sempre più sporca. «Nonostante le lamentele dei cittadini, le nostre battaglie ed un peggioramento dei servizi offerti all’utenza, gli amministratori continuano ad assumere dirigenti (l’ultima infornata di quattro vertici è del 31 dicembre, ndr) senza fermarsi a ragionare sulla necessità di rinforzare con amministrativi e tecnici, interi settori che rischiano il blocco», ribadisce il sindacalista, che oggi solleverà il caso nel corso di un incontro con il segretario generale Ornella Menna per discutere del salario accessorio. Nello specifico, ricorda De Angelis, «mancano all’appello 450 unità. La legge consente di poterne assumere subito 150, in base al quaranta per cento della somma risparmiata sui lavoratori che sono andati in pensione negli ultimi anni. La risposta del Comune è stata invece quella di imbarcare dirigenti che, in termini di spesa, hanno “mangiato” sessanta lavoratori». Di concorsi non se ne parla, perchè l’amministrazione ha le mani legate dalla legge 89 del 2014, che inibisce le assunzioni agli enti che non rispettano i tempi medi di pagamento. «Ma non c’è neppure la volontà di ragionare su una programmazione e di verificare come risolvere concretamente un’emergenza che rischia di paralizzare la macchina comunale».

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