Un pc del Comune

SALERNO

Manca il personale addetto: computer nuovi in deposito 

Al Centro elaborazione dati sono rimasti solo sette dipendenti su quattordici Bracciante (Uil): «Non hanno il tempo di formattarli, rischiamo la paralisi»

SALERNO - Sono più di 150, nuovi di zecca. Potrebbero regalare una boccata di ossigeno a decine di comunali che ogni giorno “lottano” contro pc obsoleti e programmi ancora più vetusti. Ma da mesi giacciono nei depositi degli uffici di via Portacatena. I computer di cui l’amministrazione si era dotata per rinnovare il parco macchine e consentire agli impiegati di lavorare in condizioni migliori, garantendo velocità ad operazioni anche banali che attualmente risultano farraginose, sono in “cantina” per un motivo paradossale: manca il personale addetto alla formattazione, all’inserimento dei relativi programmi e dunque al più generale controllo prima dello smistamento. «Al Centro elaborazione dati sono rimasti solo sette dipendenti, a fronte delle precedenti quattordici unità, compreso il dirigente - spiega Gerardo Bracciante della Uil - I numeri sono talmente esigui che a stento si riesce a garantire la gestione ordinaria, quindi il risultato è che i computer restano in deposito e noi abbiamo solo sprecato risorse».


La situazione del Ced è peggiorata da oltre un anno e più, precisamente da quando i nove dipendenti comunali che la giunta stabilizzò nel 2008, trasformando i loro contratti a tempo determinato in rapporti lavorativi a tempo indeterminato, tornarono a casa. L’Ente di via Roma scelse di licenziarli in applicazione dell’ultima sentenza emessa dal Consiglio di Stato secondo la quale la procedura adottata otto anni prima era illegittima. «L’amministrazione ha anche emesso una circolare con la quale chiedeva ai dipendenti che fossero in possesso di specifiche competenze informatiche, la disponibilità a trasferirsi al Ced - continua Bracciante - Ma purtroppo l’appello è caduto nel vuoto perché non abbiamo questo tipo di professionalità interne». E non si tratta di un problema di poco conto: «Lo diciamo da anni, ma oggi il nostro appello è ancora più forte - stigmatizza l’esponente sindacale della Uil - Le assunzioni per sopperire alle lacune in pianta organica non possono essere più rinviate. Ne erano state promesse 150, ma non ne vedremo nessuna, perchè si è scelto di adottare il criterio della mobilità interna. La nostra proposta, invece, è quella di bandire un concorso per dare opportunità di lavoro ai giovani, anche a tempo determinato.

Ed il Centro elaborazione dati è uno di quei settori dove è necessario investire per scongiurare il rischio di bloccare l’intera macchina amministrativa». Proprio ieri mattina sono andati in affanno sia l’Anagrafe che il settore Tributi, «ma ormai è un problema che si registra quotidianamente, perché la mole di lavoro è aumentata, il personale è ridotto all’osso e per di più i mezzi di cui è dotato hanno almeno quindici anni di vita, quindi per sbrigare alcune operazioni anche piuttosto semplici, si è spesso costretti ad andare a tentativi, o a caricare i dati su una pen drive e provare su altri mezzi. In considerazione di tutto questo - incalza Bracciante - poter quantomeno disporre di mezzi moderni, servirebbe ad aiutare i comunali a ridurre i tempi attualmente dilatati dagli ostacoli tecnologici». Il problema verrà nuovamente sollevato nel corso degli incontri che le organizzazioni sindacali si apprestano ad avere con i vertici del Comune per trovare un accordo sulla riorganizzazione dei servizi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA