Mammografia, appello dei medici

«Ripristinate il servizio, ha salvato la vita a molte donne». In dieci anni eseguiti 50mila esami

«Nessuna donna che ne abbia diritto sia per controlli dopo aver subito operazioni al seno sia solo per prevenzione, può effettuare lo screening mammografico all’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo, sospeso dal 17 febbraio».

E’ questo il grido d’allarme dell’equipe medica composta da Ersilio Trapanese, Emilio Franzesi, Giuseppe Coppola, Vincenzo Baldi e Giovanni Brengola, che si vedono impossibilitati dal 17 febbraio ad offrire assistenza diagnostica. Il servizio è sospeso non solo per le migliaia di donne che solitamente venivano convocate dal consultorio perché hanno raggiunto l’età in cui sono previsti controlli di prevenzione tumorale al seno: nel loro caso si trattava di un controllo di prevenzione.

Il servizio è sospeso anche- come tengono a precisare i medici - per qualsiasi donna che necessiti di una mammografia, perché ad esempio ha avuto un’operazione al seno.

L’ultima mammografia è stata eseguita il 15 febbraio e dal 17 febbraio, dopo 15 anni di attività, è stato sospeso il servizio mammografico che, per oltre 10 anni, è stato eseguito dall’equipe composta dal direttore Elvira  Gatto e dai dottori Emilio  Franzesi, Ersilio Trapanese, Giuseppe Coppola, Vincenzo Baldi, Giovanni Brengola,coadiuvati dai tecnici di radiologia. Un’equipe che in dieci anni ha eseguito circa 50 mila mammografie, la media di 130 a settimana. «Tutte le donne operate di cancro alla mammella - affermano i medici specializzati nello screening della mammella - circa 400 sino ad oggi nell'ospedale Santa Maria Incoronata dell'Olmo dal dottore Luigi Cremone, hanno avuto salva la vita proprio per la tempestività e la scrupolosità delle indagini diagnostiche».

La sospensione del servizio è imputabile alla scissione tra Asl e Azienda universitaria Ruggi D’Aragona di Salerno e poiché l’ospedale metelliano è stato accorpato all’azienda ospedaliera salernitana mentre il servizio screening era offerto dall’Asl, ora si sta cercando di fare quadrato a quanto sembra per affidare esclusivamente all’Asl la competenza degli screening tumorali. Questo comporterebbe il trasferimento del servizio all’ospedale Tortora di Pagani e di conseguenza la fine di un altro servizio di eccellenza sinora offerto dall’equipe cavese, diretta dalla dottoressa Elvira Gatto. «Nelle more di un percorso suscettibile di un miglioramento da parte dell'Asl, con l’attivazione di Pagani e Scafati - sostengono i medici - non si doveva interrompere l'attività. Bastava fare un protocollo d’ intesa tra l'Asl e l'Azienda ospedaliera di Salerno per gestire al meglio il servizio, con personale dipendente, sia medici che tecnici appartenenti all'azienda ospedaliera e consulenti medici appartenenti all'Asl».

A questo punto l’appello è rivolto al direttore generale dell’Asl Antonio Squillante e al direttore generale dell’azienda ospedaliera Elvira Lenzi, affinchè trovino un accordo per mantenere il servizio nel nosocomio metelliano, soprattutto per evitare disagi a migliaia di donne che vedono nell’equipe cavese un felice connubio tra esperienza e professionalità.

Annalaura Ferrara

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