piazza del purgatorio

Mamma Lucia, appello del nipote

«Il monumento usato come una panchina e coperto da rifiuti»

«Salvate il monumento dedicato a mia zia».

E’ l’appello di Giovanni Pisapia, nipote 82enne della famosa “mamma” dei soldati Mamma Lucia, che chiede per l’opera realizzata da Ugo Marano nella piazzetta del Purgatorio, maggiore attenzione.

Lucia Apicella, meglio nota come Mamma Lucia, è conosciuta per aver dato sepoltura ai resti dei soldati tedeschi. In suo onore fu eretto un monumento nel corso del sindacato di Alfredo Messina, su iniziativa di Raffaele Senatore, ex direttore dell’Azienda di Soggiorno e Turismo cavese.

Il bassorilievo realizzato con marmi di Carrara è diventato la panchina di tutti. Per salvaguardare il monumento, Pisapia chiede che venga delimitato da qualche fioriera o recinzione che riesca a scongiurare l’attuale utilizzo che si fa dell’opera: grazie anche alla sua conformazione, viene usato praticamente come una panchina in totale dispregio del fatto che è un monumento funebre. «Non v’è giorno che i cavesi, loro malgrado, non divengano inermi testimoni del continuo profanarsi del monumento nella chiesa del Purgatorio, di fronte alla mediateca Marte» spiega Pisapia. Un bassorilievo realizzato in marmo divenuto da subito, non solo una panchina, ma anche un posto di degustazione per gli avventori dei vicini bar e locali pubblici «quando erano ben altri i propositi di Raffaele Senatore e della cittadinanza cavese e non solo, che provvide a raccogliere i fondi necessari per la realizzazione del simulacro».

«A seguito del colloquio - afferma Giovanni Pisapia - che ho avuto col consigliere comunale Pasquale Senatore, delegato dal sindaco Galdi - invito a nome mio personale e di quanti hanno nel cuore l’opera svolta d mia zia Lucia, l’amministrazione comunale ed il priore dell’Arciconfraternita del Purgatorio, Francesco Di Salvio, a porre in essere ogni iniziativa atta a salvaguardare il monumentino eretto a memoria di Mamma Lucia. Solo in tal modo non potrà più essere profanato da quanti vi si siedono e consumano cibi e bevande d’ogni genere, abbandonando i rifiuti anche sul sarcofago».(a.f.)