I DISAGI

Maltempo nel Salernitano, una valanga di fango investe tutto l’Agro nocerino sarnese

Il sindaco di Positano: "La situazione è drammatica"

ANGRI. Si è sfiorata la tragedia durante la notte. Le copiose piogge abbattutesi hanno determinato un’intensa colata di fango che in poche ore ha investito l’intero centro cittadino. Strade allagate e invase da detriti, tronchi spezzati, auto capovolte. Così si è svegliata ieri Angri. Il primo cittadino Cosimo Ferraioli ha disposto la chiusura delle scuole, estesa poi anche ad oggi, e ha invitato i cittadini ad uscire il meno possibile per consentire i lavori di rimozione del materiale che ha bloccato le strade. Le situazioni più critiche nella zona pedemontana. In via Casalanario alcune famiglie sono rimaste bloccate nelle abitazioni per passaggi ostruiti da fango e detriti. Protezione civile, vigili del fuoco, polizia locale e guardie ambientali sono entrati in azione già alle 3 del mattino. Poi si sono uniti i cittadini. In molti, muniti di semplici pale, sono scesi in strada per contribuire alle operazioni di pulizia, non aiutati però dalle avverse condizioni. Pochi dubbi dell’amministrazione comunale sul perché la bomba d’acqua abbia arrecato così tanti danni: «La causa principale - ha dichiarato Ferraioli - sono gli incendi boschivi». Un disastro annunciato. Il sindaco aveva lanciato l’allarme alcuni mesi fa invocando interventi come taglio degli alberi, fascinate, viminate e pulizia del sottobosco ma sottolineava la complessità e l’onerosità dei lavori. Il vice-sindaco Giuseppe D’Ambrosio fa sapere che quest’estate è stata inviata una relazione dettagliata alla Protezione civile regionale, alla Regione e all’ente Parco. «Sono gli enti che avrebbero dovuto intervenire in tempo per evitare questo disastro» dice. Perplessa l’opposizione. «Il sindaco avrebbe dovuto agire in danno». Così il consigliere comunale Domenico D’Auria, che chiede una seduta di consiglio comunale monotematica sul contrasto al dissesto idrogeologico. “Agli incendi estivi fa eco la mancanza di pulizia di alvei e canali, ciò dimostra che il nostro territorio ha bisogno di un’efficiente rete idraulica e fognaria” scrive Giancarlo Palmiro D’Ambrosio. Il gruppo angrese Fratelli D’Italia ha chiesto l’istituzione di “una commissione speciale di inchiesta per individuare le migliori soluzioni da adottare e rilevare le eventuali responsabilità omissive”.

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Scafati. È bastata un’ora di pioggia, all’alba, per far tornare alla ribalta della cronaca l’emergenza allagamenti a Scafati. Il maltempo ha provocato seri disagi alla viabilità ma non solo. Molte le attività commerciali che, nella centralissima piazza Vittorio Veneto e in corso Nazionale, hanno subito danni. Bar e negozi completamente allagati, l’acqua ha raggiunto anche i depositi. Il caso più emblematico è stato quello di un negozio di intimo, col titolare che ha dovuto gettare un intero stock di pigiami conservati nel proprio deposito. È bastato attraversare piazza Garibaldi, corso Trieste e la contrada Marra per comprendere che la pioggia ha avuto la meglio, anche se rispetto agli acquazzoni precedenti i danni sono risultati minori. Dalle 5.30, in pochi minuti, il cuore della città si è bloccato per la fuoriuscita di acqua dalle fogne, che hanno vomitato fango e detriti di ogni natura. L’attenzione resta alta, con la Protezione civile che sta monitorando costantemente l’area del Rio Sguazzatoio. A pesare continua a essere un sistema fognario inadeguato e vecchio, con tubature utilizzate da 40 anni che, soprattutto in vista dell’inverno e di piogge sempre più intense, hanno urgenza di essere sostituite perché incapaci di contenere le acque piovane e gli eventuali straripamenti del Sarno. Non sono mancate le polemiche politiche, come quella di Michele Grimaldi del Pd, che ha subìto danni ingenti anche al proprio studio in corso Trieste: «Ho trovato libri da buttare, e anche tanti altri oggetti irrimediabilmente rovinati. Un ringraziamento e un pensiero sentito alla precedente amministrazione, alla rete fognaria più volte inaugurata e mai realizzata, ai suoi rallentamenti strumentali e di incompetenza sui lavori idraulici per il fiume Sarno, alla costante mancata manutenzione e pulizia di caditoie e tombini».

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Nocera Superiore. Fango, pietre, acqua, piccoli smottamenti e fenomeni franosi in strada. È il bottino di guerra di una notte a Nocera Superiore. Via Cupa Belvedere, lungo la strada che porta a Materdomini, la zona che ha subìto più danni. Attenzionata anche Casamilite, ai confini con Cava. L’acqua scesa lungo i versanti delle montagne, incendiate nel periodo estivo, ha portato a valle di tutto. Grande paura ma nessun danno alle persone. Per precauzione, ci sarà lo sgombero di alcune famiglie di via Cupa. «Abbiamo chiesto l’intervento della protezione civile regionale e del consorzio di bonifica - dice il sindaco Giovanni Maria Cuofano - siamo in piena operatività. Stiamo provvedendo alla rimozione di detriti e residui accumulati lungo il tratto di strada fangoso». A intervenire anche il comando di polizia comunale sotto la guida di Giovanni Vitolo, la forestale e i geologi del Comune. «Il secondo step sarà l’ordinanza di sgombero per i nuclei familiari. Verranno ospitati al centro polifunzionale di via Vincenzo Russo», continua il sindaco.

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Sulla questione interviene anche il geologo nocerino Giovanni Rea. «Gli incendi dell’estate c’entrano molto in questa faccenda - spiega - con gli incendi sono stati bruciati gli alberi e sono venute meno le radici che trattenevano la coltre dei terreni soprattutto laddove sono meno spessi. Con le piogge vaganti si creano nuovi canali. Ci sono piroclastiti leggere che galleggiano sull’acqua e vengono trascinate a valle». Secondo il professor Rea bisognerebbe intervenire, con la messa a dimora di piante. «Potrebbero essere lecci. Magari piante a crescita spontanea e veloce insieme ad altre piante a crescita lenta in modo che dopo 30 anni abbiamo la pianta che inchioda i terreni alla roccia».

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Nocera Inferiore. Allagate le strade e molti piazzali delle aziende dell’area industriale di Fosso Imperatore. Su tutte le furie gli imprenditori che operano nella zona a confine con San Valentino Torio. Molti puntano il dito contro la chiusura degli scarichi nel canale Fosso Imperatore deciso dopo i numerosi episodi di inquinamento, e che avrebbe impedito il deflusso delle acque piovane cadute nell’area Pip e nelle zone circostanti.

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Allagamenti anche di rilievo in alcune aziende con dipendenti e titolari costretti ad mettersi in moto per evitare danni a macchinari e merci. Oggi scuole chiuse a Nocera Inferiore.

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(hanno collaborato Valentina Comiato, Domenico Gramazio, Davide Speranza, Salvatore De Napoli)