Maltempo, l'ira della Provincia sul ministro Tremonti

Antonio Fasolino: "Pensa solo al Nord, ma se non ci darà i soldi porteremo il fango a Roma"

«Stiamo perdendo la pazienza. O Tremonti la smette di pensare solo al Nord oppure porteremo al suo Ministero camion di fango. Quel fango che col maltempo ha invaso la nostra provincia e per il quale non abbiamo visto ancora un euro di risarcimento danni». La pazienza, Antonio Fasolino, assessore provinciale alla protezione civile, l’ha persa davvero. E per avere almeno una parte dei 400 milioni finalizzati in commissione parlamentare all’emergenza salernitana, annuncia azioni «a muso duro» nei confronti del ministro dell’Economia, che continua a tenere tirati cordoni della borsa. «Per la veritá lo fa solo quando si tratta di Mezzogiorno - sottolinea - Perché al Veneto i soldi sono arrivati tre giorni dopo, inseriti di corsa nella legge finanziaria. I nostri soldi, invece, li stiamo ancora aspettando».Ora Fasolino chiede l’intervento di Berlusconi («che non credo abbia chiesto a qualche ministro di creare un’Italia a due velocitá») e minaccia di andare davanti a Palazzo Chigi con mille persone e con in mano le sue dimissioni e quelle dei sindaci coinvolti, se il ministro leghista continuerá a fare orecchie da mercante. Il timore è che Tremonti esprima alle Camere parere negativo sull’erogazione dei fondi nell’ambito del decreto milleproroghe, ma l’assessore avverte:«Se lo fará, tutti i parlamentari del territorio gli voteranno contro, il Governo sará messo in minoranza e al ministro non resterá che dimettersi. I nostri concittadini hanno avuto grande pazienza e grande dignitá, ma questo non va scambiato per rinuncia ai propri diritti».

E’ per tutelare questi interessi che annuncia azioni anche forti, da mettere in campo insieme a parlamentari e altre istituzioni del territorio: «C’è una classe dirigente decisa a farsi sentire. Noi non facciamo il folclore a cui Tremonti è tanto sensibile, non mettiamo fazzoletti verdi e non sventoliamo altre bandiere se non il tricolore, ma siamo stufi che ci si parli come a figli di un Dio minore. Faremo la battaglia fino in fondo, e senza sconti».

Sotto accusa c’è l’intera politica del Ministero. Non solo la latitanza sull’emergenza ma anche lo scippo dei fondi Fas in favore del Nord e le restrizioni sulla sanitá: «Si sta facendo pagare a una nuova classe dirigente virtuosa i danni delle esperienze passate, quando tutto era consentito.Ma che Governo è quello con un ministro all’economia che sa dire solo "no"?». Un ministro a cui Fasolino ricorda il ruolo di rappresentante dell’Italia tutta: «Se poi vuole continuare a comportarsi da assessore regionale del Nord, allora si dimetta e si faccia nominare in qualche giunta».

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